Mondo

Sorpresa, le “inutili” Province sanno far fronte alla crisi

I risultati di una ricerca del Censis e dell'Upi

di Francesco Dente

Fondi per l’accesso al credito delle imprese, ammortizzatori sociali per chi è rimasto senza lavoro, formazione: così gli enti locali hanno saputo rispondere all’emergenza. Con soluzioni tagliate
a misura di territorio
Un merito, di sicuro, lo hanno. Riescono a mettere d’accordo governati e governanti. Avversari e avvocati della casta, infatti, almeno su un punto concordano: sono la prova provata dello spreco del denaro pubblico e, soprattutto, l’incarnazione degli enti “inutili”. Per questo sono in molti a dire che le Province dovrebbero essere cancellate.
Eppure… Eppure sono state proprio le Province, secondo un dossier realizzato dal Censis e dall’Upi, gli enti che hanno reagito con più prontezza alla crisi economica. Sono, soprattutto, gli enti con le caratteristiche ad hoc per reagire a un’emergenza di questo tipo – spiegano gli esperti del centro di ricerca – che in Italia «colpisce in modo puntiforme e produce reazioni di carattere soprattutto individuale». Un cambiamento, ancora, che richiede soluzioni ritagliate sui singoli territori più che misure standard.
Lo studio, di taglio qualitativo, è stato condotto su nove Province italiane e rappresenta il primo passo di un lavoro più approfondito (e supportato da dati quantitativi) che sarà presentato a novembre. Ma come hanno reagito le Province? Gli ambiti sono andati dal sostegno alle imprese agli interventi pubblici in funzione anticiclica, dalla formazione alle iniziative di welfare locale. Interventi, soprattutto, legati da un comune denominatore: il raccordo in alto e in basso con Regioni e Comuni.
La difficoltà di accesso al credito per le imprese, rileva il Censis, è stato l’elemento di maggiore criticità individuato (soprattutto nelle province del Nord industriale). Per far fronte all’emergenza le Province hanno istituito «fondi specifici finalizzati ad aumentare le garanzie al credito, a ridurre i tassi praticati dalle banche, ad intervenire nella rinegoziazione dei prestiti». Le politiche di welfare, laddove previste, si sono concentrate invece sui lavoratori in difficoltà mediante misure quali: l’attività di mediazione tra Inps e banche locali per l’anticipo della cassa integrazione; il sostegno alle famiglie dei lavoratori colpiti da licenziamento (accordi con istituti di credito per il blocco delle rate di ammortamento dei mutui prima casa); la creazione di fondi di sostegno per i lavoratori privi di ammortizzatori sociali.
Uno sforzo, sottolinea il Censis, tanto più meritorio se si considera che la crisi ha colpito proprio quei settori, si pensi all’auto, da cui dipendono di fatto le entrate delle Province (che incassano dalla Rca e dall’Imposta provinciale di trascrizione).


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