Welfare

Sorpresa, la Procura di Catania: per la Sea Watch 3 nessun rilievo penale

Firmata dal Procuratore Carmelo Zuccaro questa mattina una nota della Procura di Catania dice: “Le indagini hanno portato ad accertare, infine, la liceità della condotta tenuta dai responsabili della Sea Watch 3”.

di Redazione

Ecco alcuni passaggi della nota della Procura di Catania nota per sue indagini sulle barche delle ong che fa piazza pulita di troppe fake news propagandate in questi giorni:

“Il gruppo di lavoro specializzato nel contrasto alle attività dei trafficanti di esseri umani, che da tempo opera in questo settore, si è avvalso del prezioso contributo delle migliori Forze di Polizia operanti in materia, dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, alla Squadra Mobile della Questura di Catania, dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria alla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza, per effettuare indagini ad ampio spettro, finalizzate ad individuare da una parte i trafficanti libici che hanno organizzato la partenza dei migranti dalla costa libica, dall’altra gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla “Sea Watch 3” ed accertare infine la liceità della condotta tenuta dai responsabili di quest’ultima motonave”.

Dalla nota si evince anche che la motonave il 19/1 si era correttamente “rivolta alle Autorità MRCC di Libia, Malta e Italia. Con la prima Autorità le comunicazioni si sono interrotte perché i libici mostravano di non comprendere la lingua inglese, mentre quelle italiane e maltesi avevano rappresentato la loro non competenza ad agire secondo le norme delle convenzioni internazionali”. La rotta verso nord in direzione del Canale di Sicilia verso Lampedusa avviene “ a seguito di convocazione da parte della Procura della Repubblica di Agrigento, in un secondo momento revocata”.

Precisa anche il testo firmato da Zuccaro che poi la decisione di andare vreso Siracusa e non Tunisi è motivata così “Secondo i testi della motonave escussi tale opzione era dovuta al fatto che in precedenti esperienze le Autorità tunisine non avevano consentito a quella ONG neanche di approdare presso i loro porti per fare rifornimento. La veridicità di tale dichiarazione sembra trovare conforto nelle dichiarazioni rese dal responsabile di MRCC olandese, contattato dai colleghi italiani, che ha asserito di avere – di propria iniziativa e senza informare il comandante della motonave – richiesto alle autorità tunisine di consentire l’approdo nei loro porti del natante, senza riceverne alcuna risposta. Tale circostanza è invero sintomatica della linea di condotta che le Autorità tunisine hanno deciso di adottare nei confronti delle ONG. In tale situazione non può pertanto ritenersi ingiustificata la scelta del comandante della motonave di dirigersi a partire dal 21 gennaio verso Nord alla ricerca di un Porto sicuro.

Molto importante anche la sottolineatura sulla reale necessità dell'intervento di soccorso della Sea Watch a favore dei migranti, ovviamente sentiti dagli inquirenti: “l’ulteriore approfondimento circa la necessità di un immediato intervento della Sea Watch appare del tutto superfluo: invero, la questione avrebbe rilevanza se la motonave si fosse affrettata a intervenire per anticipare l’intervento di una motovedetta delle autorità libiche, responsabili dell’Area Sar in cui stava operando, ma – come si è detto – per ben due giorni nessuna motovedetta libica è intervenuta in quella zona”.

Ovviamente, la Procura deve doverosamente anche “iscrivere un procedimento penale nei confronti di ignoti per i delitti di associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina”. Ci mancherebbe.

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