Mondo
Sorpresa, in Bangladesh ong e ministero hanno lavorato in partnership
Scooperation di Paolo Manzo.
di Paolo Manzo
«Dai diamanti non nasce niente…
…dal letame nascono i fior». Parafrasando il mitico De André di Via del Campo, anche la tragedia che ha sconvolto il Bangladesh ha avuto una conseguenza positiva, ovvero l?inedita collaborazione tra le sei organizzazioni non governative riunite nel comitato Italia Aiuta (Cesvi, Intersos, Cisp, Coopi, Cosv e Movimondo) e il ministero degli Affari esteri (Mae) nella gestione dell?emergenza. Per la prima volta, infatti, ong italiane sono state in grado di intervenire poche ore dopo la tragedia che ha causato migliaia di morti e oltre quattro milioni di senzatetto grazie a due voli umanitari messi a disposizione dalla Dgcs, la Direzione Generale Cooperazione allo sviluppo del Mae. Oltre un milione di euro il valore degli aiuti umanitari inviati dalla Farnesina, il 10-15% del quale gestito dalle ong operanti in Bangladesh, il resto donato direttamente al governo di Dhaka. I beni serviranno soprattutto a fronteggiare l?emergenza negli ambulatori da campo e nei centri di raccolta dei profughi, in particolare nelle località di Bagherhat, Patuakhali, Barguna e Madaripur. L?intervento sul campo in Bangladesh è gestito da Italia Aiuta in collaborazione con un network di sette organizzazioni non governative locali, riunite sotto il coordinamento dell?Associazione Community Awareness Foundation. La novità rispetto al passato è che, sinora, le ong presentavano progetti valutati con tempi ministeriali dal Mae ma, in caso di emergenze, non esisteva nulla. Il nostro ministero degli Esteri interveniva dando soldi alle Nazioni Unite che poi, in caso di emergenze umanitarie, gestiva con le proprie agenzie gli interventi. Il ciclone del Bangladesh ha proposto un nuovo modello di partnership tra Dgcs e ong, un modello che potrebbe essere il futuro per la gestione delle emergenze umanitarie internazionali.
Che fine farà Guido Bertolaso…
?Qualche settimana fa scrivevamo che, prima di una sua possibile rimozione dalla direzione del dipartimento nazionale della Protezione civile, c?era un busillis, trovargli un nuovo incarico. Bene, oggi il nodo sarebbe stato sciolto e sembra che il governo italiano lo proporrà con un ruolo assai importante in un?agenzia delle Nazioni Unite, molto probabilmente in quella che si occupa alle emergenze, ovvero l?Ufficio per il coordinamento degli ?affairs? umanitari, Ocha.
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