Politica

Sorpresa, il sindacato cerca lavoro

Si occuperà dell’inserimento delle fasce più deboli, giovani, disabili, stranieri. Ovviamente mirando al posto fisso. Ma anche un contratto a progetto può andar bene...

di Christian Benna

Addio al posto fisso. Il co.co.pro. te lo trova il sindacato. Nell?era della società ?liquida?, quella in cui si sta a galla abbracciati al lavoro a progetto, succede che anche le parti sociali diventano flessibili. E mentre le confederazioni nazionali si azzannano sotto il tavolo della concertazione sulla riforma del modello contrattuale o sul tema della rappresentanza, la Cisl lavora sottotraccia ad Agi Lavoro. Questo il nome dell?agenzia per l?intermediazione – la prima promossa da un sindacato e di natura non profit – che si occuperà dell?inserimento delle fasce più deboli, giovani disoccupati o alla ricerca del primo impiego, disabili, atipici, stranieri, tutta la platea di lavoratori svantaggiati. L?iniziativa è resa possibile grazie alla contestatissima legge Biagi, che apre le porte del collocamento anche a soggetti privati, quindi a università e agli stessi sindacati. E che presto porterà la Cisl al grande salto: dalla tutela dell?occupazione al procacciamento di un?occupazione. Meglio se si tratta di un posto fisso, ma se il convento ne passa uno a progetto o a tempo determinato… va bene lo stesso.La Cisl ha sdoganato da tempo il demone della flessibilità, divenuto presentabile se non porta i panni dell?eterna precarietà.

Un ponte tra domanda e offerta
A mezza bocca in Cgil partono le critiche. Si minimizza la portata dell?evento e qualcuno perfino dubita sulla sostenibilità dell?operazione, viste le difficoltà di far quadrare i bilanci dei sindacati. Tuttavia, come conferma Giorgio Santini, segretario confederale Cisl che sta curando in prima persona il lancio del progetto, a giugno vedremo spuntare nelle maggiori province italiane le insegne di Agi Lavoro. «Orientamento e ricollocazione», dice Santini, «saranno le due attività principali. Non faremo somministrazione diretta, ma vogliamo proporci come ponte tra della domanda e l?offerta. Intendiamo utilizzare questo nuovo strumento perché, in parallelo con la nostra attività tradizionale che è la contrattazione e la difesa del lavoro, vogliamo promuovere la costruzione di un sistema di nuove tutele che rendano sostenibile la flessibilità del lavoro».Sindacato co.co.pro.? Santini ribatte alle accuse che gravitano attorno alla neo società, vista dai sindacati cugini come una spinta sullo scivolo della precarietà, insistendo sul ruolo «sociale» dell?iniziativa. «Un primo esperimento pilota è partito nei mesi scorsi a Bologna, nell?ottica del partenariato sociale, in collaborazione con tutti gli enti bilaterali», precisa Giorgio Santini. «La nostra non è un impresa commerciale. E neppure un modo per recuperare iscritti. Chiunque potrà rivolgersi agli sportelli di Agi Lavoro. L?impegno di Cisl è fornire servizi al nuovo welfare operando in accordo con le altre agenzie per lavoro e i servizi per l?impiego».Agi Lavoro è infatti chiamata a svolgere un ruolo di promozione dell?occupazione, nel senso più ampio del termine (con l?esclusione della somministrazione del lavoro, il cosiddetto lavoro interinale). Curerà tutte le fasi di accesso al mercato del lavoro: dall?orientamento scolastico e professionale all?inserimento dei curricula nella propria banca dati, dall?avviamento al lavoro, al supporto nella fase di inserimento nella nuova realtà aziendale.

Il non profit che si è fatto spa
Nella scia della mutualità e del non profit era partita pure Obiettivo Lavoro, la società cooperativa di intermediazione nata nel 1997, all?epoca del pacchetto Treu, sotto l?impulso delle tre grandi filiere dell?economia sociale : Legacoop, Compagnia delle Opere e Confcooperative. Insieme ad esse partecipavano i sindacati Cisl e Uil, le associazioni degli artigiani, Cna, Confesercenti, Confcommercio, Ascom e, a partire dal 2000, anche le Acli. Un cammino che in breve tempo ha portato Obiettivo Lavoro in testa alle agenzie per il lavoro, ma che è costato qualche sacrificio. Al posto dello statuto cooperativo dal 2003 c?è una società per azioni. «Per crescere», spiegano ad Obiettivo Lavoro, «siamo stati costretti a diventare spa. Il che non pregiudica la bontà del modello cooperativo. Ma nel nostro settore, quello della somministrazione del lavoro, tocca sborsare subito fior di quattrini. Si lavora a debito e la forma cooperativa, normalmente sottocapitalizzazione, non regge a fasi di grande sviluppo».

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