Non profit

Sorpresa, i parchi tornano in agenda

Ambiente. Val d’Agri ai nastri di partenza, Gennargentu ancora in stand by / Le aree protette finiscono nell’elenco di priorità dei cento giorni del governo

di Silvano Rubino

Sentire parlare di parchi nazionali in un elenco di priorità per il paese «è un risultato eccezionale». Matteo Fusilli, che guida Federparchi, l?organismo che riunisce parchi e aree protette di Italia, non nasconde la soddisfazione di fronte all?inserimento della voce ?parchi nazionali? nell?agenda dei primi cento giorni del governo Prodi. Si è parlato genericamente dell?istituzione di nuovi parchi: in realtà l?obiettivo è far partire quelli previsti dalla legge quadro del 1991 e mai decollati. Per uno, quello della Val d?Agri in Basilicata, non ci sono grossi problemi in vista, visto che manca solo l?atto formale di istituzione dell?ente. Per l?altro, quello del Gennargentu, le cose sono meno facili, visti i molti stop subiti dal progetto: «Per questo, che potrebbe essere il più bel parco d?Europa, bisogna riaprire il confronto».
L?importante, tuttavia, è che si sia tornati a porre l?ambiente al centro dei progetti politici: «I parchi sono visti come uno dei capitoli del nuovo progetto di sviluppo del paese proposto dal governo Prodi», commenta Antonio Canu, responsabile aree protette del WWF Italia, che tuttavia non dimentica le molte difficoltà in cui si dibattono gli enti: «La priorità dev?essere far funzionare quelli che ci sono, mettendo fine ai commissariamenti». Sette sono gli enti guidati da commissari, a causa dei contenziosi tra ministero dell?Ambiente e Regioni. L?augurio di Fusilli è che si tratti di acqua passata, a questo punto: «Bisogna impegnarsi a trovare un accordo con le Regioni e ridare operatività alle aree». E per rimediare alla cronica penuria di risorse, il presidente di Federparchi propone un «circolo virtuoso di utilizzo dei fondi», per esempio quelli europei, ma anche quelli destinati all?agricoltura, quelli regionali, supplendo ai tagli sempre più consistenti dello Stato. E spera che anche i privati («per esempio le fondazioni») mettano mano al portafoglio. «In questi anni», dice, «abbiamo fatto un lavoro di resistenza, contro la banalizzazione dei parchi, contro il tentativo di ridurli alla stregua di enti locali. Ora speriamo di raccogliere i frutti. Vigileremo affinché che gli impegni presi siano mantenuti». Nei primi cento giorni, ma anche dopo.

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