Politica
Sorpresa a mirafiori
Sindacato. Come si spiega laffermazione della Fismic
Una piccola rivoluzione operaia torna a scaldare Mirafiori: le tute blu torinesi bocciano la linea dura di Fiom-Cgil e scelgono la via morbida della contrattazione. A far il pieno di voti nelle ultime consultazioni per le rappresentanze sindacali c?è la Fim-Cisl, che con 12 delegati eletti e il 27% delle preferenze si classifica come la prima organizzazione dello stabilimento. Seguono la Fiom (23%), la Fismic in grande spolvero (19,9%), Uilm (14,3%), Ugl (9,8%) e i Cobas (5,5%) Ma la vera sorpresa arriva dalla presse delle meccaniche Powertrain. Lì stravince a man bassa (33,3%) la Fismic, il sindacato autonomo nato in Fiat nel 1958 da una costola della Cisl e additato a lungo con sospetto come il sindacato ?giallo?, sodale più con i padroni che con i lavoratori.
«Gli operai vogliono concretezza, non battaglie ideologiche», spiega Vincenzo Aragona, responsabile auto e metalmeccanico a Mirafiori da 35 anni. «Chiedono un lavoro dignitoso e garanzie per arrivare alla pensione. E noi cerchiamo di rispondere con i fatti, il dialogo e il buon senso. Le politiche muro contro muro, le agitazioni continue creano solo disagi alla gente e arrecano danno all?azienda che sta uscendo con fatica da una lunga crisi».
Nessun pregiudizio neppure sulla flessibilità. Secondo Fismic, che conta 30mila iscritti sparsi in oltre 50 aziende solo in Piemonte, la legge Biagi non è un incubo da scacciare via, ma una norma utile per tanti aspetti, anche se da ritoccare in qualche punto, come quello sugli ammortizzatori sociali. Ora tocca portare il carico di responsabilità della pioggia di voti. Fismic diventa il terzo sindacato per numero di preferenze e primo a pari merito per Rsu elette (21).
«Il nostro impegno», continua Aragona, «è contribuire al rilancio di Mirafiori. Perciò chiediamo al Lingotto la produzione di un nuovo motore. Grazie a pressioni di tipo costruttivo, purtroppo poco sostenute dagli altri sindacati, l?azienda ha mantenuto a Torino la progettazione della Cinquecento. Ci fosse stata più unità di intenti, forse si poteva trattenere a Mirafiori anche l?assemblaggio della vettura». Sul filo dell?appeasement, nella notte di San Giovanni è stato firmato, senza un?ora di sciopero, l?accordo sul contratto integrativo per gli 80mila addetti del gruppo, accordo che languiva da 10 anni. Per quest?anno, una tantum di 1.100 euro lordi , in due tranche.
La vittoria in volata di Fismic non stupisce però Bruno Manghi, sociologo ed ex sindacalista Cisl. «I confini delle Rsu», spiega, «sono mobili, come quelli di qualunque democrazia aziendale. Contano i candidati, le personalità di fiducia più che i programmi. Sono finiti i tempi in cui i partiti decidevano nelle fabbriche. E anche Fismic si è scrollata di dosso da un bel pezzo il marchio di sindacato dei padroni. Oggi, malgrado spesso prenda le distanze dai cugini, fa parte della confederazione».
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