Non profit
Soppressi (senza preavviso) i rappresentanti nazionali
La spending review si abbatte sul servizio civile: rimane solo la rappresentanza regionale, per un risparmio annuale di 7.500 euro. I quattro giovani in carica non ne sapevano nulla: "scandaloso", denuncia una di loro
Dal giorno alla notte. Il colpo di mano arriva, inaspettato nei tempi e nei modi, con una circolare all’apparenza più burocratica che politica a firma del neodirettore del Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale (e quindi dell’Unsc, Ufficio nazionale servizio civile), Paola Paduano: il titolo, innocuo, è Definizione dei compiti dei rappresentanti e dei delegati dei volontari di servizio civile nazionale , ma la vera notizia arriva alla quarta riga: “viene meno la funzione dei Rappresentanti nazionali dei volontari in seno alla Consulta nazionale per il servizio civile”, recita il testo. Per quale motivo? “Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni con la legge 7 agosto 2012 n. 135, recante Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, all'articolo 12, comma 20, prevede la soppressione, dalla data di scadenza, degli organismi collegiali operanti presso le pubbliche amministrazioni”, come la Consulta nazionale del servizio civile. Che sparisce portandosi dietro i giovani che rappresentavano, fino a ieri, i 18mila volontari in servizio. “E’ scandaloso, sconcertante”, sono le prime parole che ci dice Fania Alemanno, una dei quattro rappresentanti attuali, in carica da inizio 2010. Non servono giri di parole per capire il suo stato d’animo.
Cosa è successo, perché è arrivata l’abolizione della rappresentanza nazionale dei volontari in servizio civile?
Proprio non capisco, la notizia ci è piombata addosso dal nulla, e senza alcun preavviso o contatto diretto. C’è di più: a luglio avevamo richiesto e ottenuto un’incontro con la neoresponsabile Paola Paduano, nel quale ci aveva detto che alcuni tagli erano necessari, ma che si sarebbe trovato un modo per riformulare il nostro impegno, perché per lei era prioritario conservare l’importanza della rappresentanza giovanile. Da allora non ci siamo più sentiti, e oggi ci viene detto, tramite la circolare, una sorta di ‘grazie, non ci servite più’. Ci sentiamo del tutto scaricati, e anche presi in giro.
Presi in giro?
Sì, perché quando c’era da essere presenti per qualche evento di promzione del servizio civile, noi eravamo sempre in prima linea. Ora capiamo che siamo stati soltanto utilizzati dall’Unsc, quest’ultimo atto ne è la prova. È il modo con cui si è posta fine alla rappresentanza nazionale che fa impressione, non il fatto venga abolita a causa della spending review, come avviene per la Consulta, che nella seduta del prossimo 4 ottobre celebrerà il suo ‘funerale’.
Rimangono però delegati e rappresentanti regionali, giusto?
Infatti. Ma il problema sta a monte, ovvero il coordinamento della rete di volontari: con chi si interfacciano i delegati regionali se non c’è più una rappresentanza nazionale che ha a che fare in modo diretto con l’Unsc? Così facendo il valore del volontario viene ridotto a livello regionale…è un peccato, perché in questi anni abbiamo costruito una relazione più che buona con i responsabili dei vari settori dell’Unsc, e ora tutto ciò non avrà futuro.
Pensate a una qualche forma di reazione alla notizia?
Sì, ma in queste ore stiamo cercando di capire come muoverci. Non è facile, perché siamo davvero colpiti da quanto accaduto. È vero, viene risparmiata la cifra annuale stanziata per la nostra azione, anche se a dire il vero delle 20mila euro previste ne abbiamo spesi al massimo 7.500 (in rimborsi di spostamenti, materiale, preparazione delle assemble nazionali: i rappresentanti non ricevono alcun compenso, ndr), ma in questo modo diventa palese che l’impegno per i giovani si riduce a una pura questione di bilancio.
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