Non profit

Sono un lavoratore in mobilità e mi piacerebbe fare volontariato

Per svolgere quest'attività é necessario operare a favore di un'associazione o essere socio di una cooperativa sociale.

di Giulio D'Imperio

Dall?1 gennaio 2004 e fino al 30 settembre 2005 sono in mobilità e pertanto non ho possibilità né convenienza a trovare un nuovo impiego retribuito. Ho saputo che un?alternativa di lavoro, che non pregiudicherebbe il mio status di ?mobilitato? e di integrazione salariale Inps, potrebbe essere quella di effettuare delle prestazioni gratuite di lavoro a favore di organizzazioni non profit. Potrei ricevere maggiori informazioni al riguardo?

Gaetano C. (email)

Leggendo la lettera inviataci dal nostro lettore si può facilmente intuire che da un lato non intende perdere il beneficio economico derivante dallo stato di mobilità, dall?altro che vorrebbe impiegare al meglio il suo tempo. Devo subito mettere sull?avviso che la dizione, usata dal nostro lettore, “prestazioni gratuite di lavoro” non esiste nel gergo giuslavoristico, ma piuttosto esiste quella che va sotto il nome di prestazione gratuita svolta da un volontario e che è disciplinata dalla legge quadro sul volontariato (legge 266 dell?11 agosto 1991).
Per svolgere correttamente questa prestazione occorre operare a favore di un?associazione di volontariato, oppure all?interno delle cooperative sociali in qualità di socio volontario. Tale tipologia di prestazione non comporta alcun compenso, salvo solo un eventuale pagamento del rimborso spese, che dovrà essere chiaramente documentato. E il pagamento contro le malattie e gli infortuni connessi all?attività svolta (Inail) e di un?assicurazione per la responsabilità civile verso terzi.
Sconsiglio invece al nostro lettore di operare sia pure gratuitamente presso altre tipologie di aziende, tenendo conto dell?attuale status di lavoratore in mobilità. La ragione è semplice: se dovesse capitare una visita ispettiva in azienda, rischierebbe pesanti sanzioni sia il lettore sia il responsabile dell?azienda. Il tutto perché una prestazione lavorativa deve essere sempre regolarizzata, a maggior ragione se posta in essere da persone che si trovano nella posizione descritta nella lettera.
Qualunque ispettore ricondurrebbe questo caso a quello di tanta altra gente che per non perdere l?indennità di mobilità impone all?azienda di lavorare in maniera irregolare, ovvero senza procedere a una regolare assunzione, andando così a ingrossare le fila dei lavoratori sommersi.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.