Volontariato

Sono simboli, si impegnino

Da Grassia a Cannavò, da Pastorin a Trifari, cinquanta giornalisti della carta stampata e del piccolo schermo hanno espresso il loro voto. Scegliendo la star più credibile

di Redazione

Cinquanta giornalisti sportivi, della carta stampata e della tv. Li abbiamo sentiti per sapere, nel mare magnum dell?impegno sociale che ha coinvolto anche il mondo dello sport, quale sia il campione più credibile. Ciascuno poteva segnalare tre nomi. I 150 voti si sono distribuiti a molti campioni: da Roby Baggio a Ronaldo, dalla Compagnoni alla Di Centa, da Minotti a Biaggi, da Chechi a Baresi. A vincere, con 70 segnalazioni, è stato il capostipite dell?impegno sociale nello sport, Lorenzo Minotti; secondo Biaggi con 60; terzo Bergomi con 56. Ma oltre ai voti (tra gli altri abbiamo interpellato Claudio Negri, Filippo Grassia, Enrica Speroni, Antonio Triveri, Maurizio De Gregorio, Marco Mangiagalli) alcuni colleghi ci hanno proposto qualche ragionamento e indicazione. Giuseppe Castagnoli, neo direttore del Guerin Sportivo: «Senza retorica, è importante che i campioni si impegnino in attività sociali. Oggi hanno assunto un ruolo importantissimo e tra i loro compiti c?è anche aiutare, con la propria immagine, i meno fortunati. Oggi il campione è un uomo di spettacolo che riassume due funzioni: di atleta e di simbolo, quindi deve insegnare valori positivi ai giovani. Gli sportivi sono ?piccoli grandi maestri? che devono trasmettere fiducia e ottimismo ai giovani. Sarebbe giusto che i grandi campioni creassero un ?fondo comune? da destinare di anno in anno a chi più ne ha bisogno». Ecco lo ?juventinologo? Darwin Pastorin, ex del Manifesto, autore tra l?altro di libri come ?Storie e miti dei Mondiali? con Gianni Minà e ?Ricordi, Baggio, quel rigore??, ora direttore di Telepiù2: «Sono nato in Brasile, Paese poverissimo: forse anche per questo sono sensibile alla sofferenza dei piccini. Infatti ammiro i campioni come Minotti, che adottano bambini a distanza o li accolgono nelle loro case. È giusto coinvolgere gli sportivi che riescono a far capire alla gente quanto sia importante fare qualche cosa per chi è meno fortunato». Candido Cannavò, direttore della Gazzetta dello Sport, sottolinea: «Fare beneficenza è un atto privato, ma è giusto parlarne: i calciatori col loro impegno possono dare l?esempio a tutti. Di recente sono rimasto impressionato da Roby Baggio che ha parlato ai giovani di San Patrignano. È arrivato preparatissimo con una decina di pagine di appunti scritti a mano anche se poi ha parlato a ruota libera». Anche Elio Trifari, direttore del magazine della ?rosea?, elogia Minotti: «È donatore di midollo osseo e ha sempre coinvolto i compagni in iniziative benefiche in ogni squadra in cui ha giocato». Roberto Perrone, penna di prestigio del Corriere della Sera, sottolinea: «Chi fa del bene non lo fa per catturare l?attenzione ma perché ci crede. Purtroppo spesso i giornali ne parlano come se si citasse una curiosità, un hobby…». Sandro Piccinini, conduttore del talk show di Italia 1 ?Controcampo?, conferma il voto a Minotti: «Con il suo esempio ha convinto molti a diventare donatori di midollo osseo». Anche Licia Granello, penna rosa di Repubblica, non ha dubbi: «Se allo stadio di Parma ci sono sempre i banchetti dell?Aido, è merito di Minotti. Che fra l?altro non si è mai dimostrato interessato a fare ?passerella?».


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