Welfare
Sono 791 i disabili gravi esclusi dal fondo del Comune di Roma
Tra gli esclusi molti malati di SLA che saranno costretti a licenziare la badante. Pichezzi, Viva la Vita onlus: «Si assiste a un rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione, ma nel frattempo il danno è compiuto»
di Redazione
A causa dello stanziamento insufficiente, ad oggi rimangono escluse dal fondo per disabilità gravissima nel Comune di Roma 791 famiglie, che rappresentano circa il 30% delle 2920 richieste presentate. Tra gli esclusi molti malati di SLA che saranno costretti a licenziare la badante, assunta con il fondo erogato fino a questo momento.
«Si assiste a un rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione – dichiara Mauro Pichezzi, Presidente della onlus Viva la Vita che rappresenta i malati di SLA e di altre gravissime patologie – ma il danno è compiuto e non si vede, all'orizzonte, nessun impegno concreto nel tentare di porvi rimedio».
L'Associazione ha incontrato lo scorso 21 febbraio Albino Ruberti, Capo Gabinetto del Presidente Zingaretti, unitamente ai rappresentanti delle Direzioni regionali di area, per denunciare questa esclusione. Ruberti si è impegnato a studiare, entro tempi brevissimi, possibili soluzioni di contrasto a questa grave discriminazione, verificando la possibilità di reperire altre fonti di finanziamento. È stata inoltre segnalata la mancata erogazione dei fondi destinati alla SLA stanziati nel 2018 e non ancora distribuiti alle famiglie di tutta la Regione: fondi che consentirebbero di elevare il contributo di altri 300 euro.
Nel frattempo l'Assessorato regionale alle Politiche Sociali sta riscrivendo le linee guida per rimodulare il fondo sull'intera Regione: l'intento è quello di garantire a tutti, senza nessuna esclusione, un contributo ma di importo inferiore e soprattutto a partire dal 2021. Il problema per l'anno in corso, quindi, rimane in tutta la sua gravità.
Per l'Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Roma Veronica Mammì, incontrata lo scorso 26 febbraio da Viva la Vita onlus, ogni responsabilità va ricondotta alla Regione per non aver stanziato fondi sufficienti. Posta davanti alla richiesta esplicita di tentare di reperire altre fonti di finanziamento, la Mammì ha dichiarato che “il Comune non ha fondi ma se li avesse avrebbe altre priorità”. La negazione per 791 famiglie dall'aiuto a cui hanno diritto non è quindi un problema di primaria importanza per il Comune di Roma che si è reso responsabile di aver sollevato il problema con eccessivo ritardo e di non aver controllato l'operato dei propri assistenti sociali nelle valutazioni, troppo spesso approssimative e inaccurate.
La protesta sale, anche sui social, e l'unica richiesta è quella di trovare una soluzione tempestiva! I disabili gravissimi sono pronti a scendere in piazza.
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