Volontariato
Sono 70 le associazioni del Laboratorio sui temi dell’immigrazione
Cesvot - Centro Servizi Volontariato Toscana nel corso del 2013 ha condotto un'analisi sulle attività del Laboratorio di studio "Il volontariato si confronta con i nuovi italiani: l’inclusione attraverso la dimensione generazionale e di genere"
di Redazione
Sono circa 70 le associazioni di volontariato straniere e autoctone a livello toscano che partecipano da due anni al Laboratorio promosso e realizzato da Cesvot in tema di immigrazione ed inclusione sociale, in collaborazione con Regione Toscana / Consiglio Regionale, Anci Toscana, “Network nazionale del dialogo città interculturali” patrocinato dal Consiglio d’Europa.
«Il Laboratorio rappresenta la prima esperienza in Toscana e ha consentito all’associazionismo straniero di avere uno spazio pubblico dove incontrarsi e redigere proposte in tema di inclusione sociale. Fra le proposte quella di migliorare il sistema di informazione sul diritto alla salute, quella sulla formazione permanente in mediazione interculturale e quella sul maggiore riconoscimento del ruolo alle associazioni di cittadini stranieri da parte delle istituzioni», afferma Sandra Gallerini, resposabile Ricerca di Cesvot.
Il laboratorio è il risultato di un impegno di Cesvot verso i temi dell'immigrazione lungo dieci anni.
«La metodologia del Laboratorio ha permesso di riconoscere a Cesvot il ruolo di facilitatore di pratiche interculturali superando la dimensione della partecipazione come mera consultazione e ha permesso di vivere un’esperienza di cittadinanza fondata sulla riflessione attorno a questo specifico ambito tematico».
«Il nostro Laboratorio ha triplice obiettivo – conclude Gallerini-. Il primo è quello di offrire l’opportunità a tutte le associazioni partecipanti – (di e per immigrati) – di riflettere assieme nel realizzare proposte progettuali, al fine di porre la basi per attuare un network associativo. Il secondo, è quello di porre le precondizioni affinché si costituisca una associazionismo fra, ovvero basato non sulla nazionalità, quanto su elementi identitari come l’appartenenza di genere o generazionale, oppure su particolari issues (quali il diritto alla salute, l’istruzione, la città cosmopolita, ect…). Infine, avviare esperienze di conoscenza e di progettazione che possano trovare una sponda di attualizzazione in Italia, in Toscana, e nel Paese di origine».
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