Welfare

Sono 3,2 milioni le donne ammalate di osteoporosi in Italia

Dal 20 ottobre diagnosi gratuita in 40 piazze d'Italia

di Redazione

Una malattia ”silenziosa” che colpisce il 30% delle donne dopo la menopausa, con picchi del 50% con l’avanzare dell’eta’. E’ l’osteoporosi, malattia di cui oggi sono affette 3,2 milioni di donne italiane su un totale di circa 4 milioni di malati. Gia’, perche’ questa e’ una patologia che colpisce soprattutto le donne, con un rapporto di 8 a 1 rispetto agli uomini. Oggi nel nostro Paese solo 600mila donne risultano in terapia e di queste non piu’ di 160mila possono accedere alle cure – pure costose – attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. ”Una vera ingiustizia sociale” che la Federcasalinghe ha denunciato oggi avviando una raccolta di firme per chiedere al Governo che l’osteoporosi sia riconosciuta come malattia sociale e che, di conseguenza, i farmaci necessari siano inseriti in fascia A. Il 20 ottobre prossimo si terra’ la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi che in Italia sara’ celebrata con l’allestimento di gazebo della Federcasalinghe in 40 citta’, dove sara’ possibile ricevere informazioni e sottoporsi gratuitamente a visite di controllo. Ogni anno, a causa di questa patologia, in Italia si registrano 40mila fratture del femore, 70mila del polso, 80mila delle vertebre. Elevatissimi i costi sociali: le spese per le cure mediche, chirurgiche e riabilitative superano i 100 miliardi di lire. Incalcolabili i costi derivanti dall’inabilita’ permanente e dai lunghi tempi di guarigione. ”Oggi in Italia – ha detto Emilio D’Erasmo, direttore dell’Istituto di Osteoporosi del Policlinico Umberto I di Roma – vivono 11,5 milioni di donne con piu’ di 50 anni. Il 30% di loro si ammalano di osteoporosi subito dopo la menopausa, la percentuale sale al 50% con l’avanzare degli anni. Non solo: il 14% di queste donne va incontro a una frattura vertebrale, il 13% a una frattura delpolso, il 7-10% auna frattura del femore che e’ molto rischiosa e puo’ causare addirittura la morte nel 12-20% dei casi”. Che fare, dunque? ”Innanzi tutto la diagnosi precoce che consente di prevenire le fratture”, e poi una serie di programmi di prevenzione: ”Niente fumo, poco alcol, apporto di calcio e vitamine a partire da una certa eta’ e soprattutto tanta ginnastica”.


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