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Sondrio: il gabbiano lotta per non perdere le ali

Ospitano 40 persone tra tossicodipendenti e malati di Aids, ma su di loro pesa una minaccia di sfratto. Siamo a Tirano, medio centro semi-montano nella provincia di Sondrio. E qui due comunità rischia

di Chiara Sirna

Ospitano 40 persone tra tossicodipendenti e malati di Aids, ma su di loro pesa una minaccia di sfratto. Siamo a Tirano, medio centro semi-montano nella provincia di Sondrio. E qui due comunità rischiano di chiudere i battenti: una casa alloggio che accoglie dieci malati terminali e un centro residenziale a bassa soglia per altre 29 persone con un passato di droga o carcere alle spalle. «A volte anche loro malati di Aids, senza casa, né famiglia e nemmeno i soldi per sopravvivere», spiega Cecco Bellosi, coordinatore di tutte le comunità dell?associazione Il Gabbiano onlus.

Ebbene allora, perché mai queste persone dovrebbero rischiare di trovarsi fuori dalla porta? Per un cavillo non da poco, dato dal fatto che proprietari e gestori non coincidono. E i primi hanno già messo da tempo in cantiere l?idea di creare, al posto delle comunità, una Casa del Pellegrino per ospitare i visitatori del santuario mariano del paese. Ma andiamo con ordine.

Le strutture sono state concesse in comodato d?uso nel 1994 dall?ordine religioso dei Servi di Maria all?associazione Il Gabbiano. Tra la fine del 2003 e l?inizio del 2004 la Diocesi di Como ha rilevato i locali, che i precedenti proprietari avevano messo in vendita per «difficoltà finanziarie». E da lì sono iniziati i problemi. Il vescovo allora in carica, Alessandro Maggiolini, aveva sollecitato l?associazione a «trovare un?altra soluzione», come confermano oggi dalla Diocesi. Senza mai procedere però a uno sfratto ufficiale. Ma ora le pressioni aumentano.

«In realtà lo sfratto», fanno sapere dalla curia, «risale al 2003 ed è stato richiesto dai Servi di Maria. Tanto che la Diocesi allora acquistò i locali per liberi. Nonostante questo», aggiungono, «sono stati dati più di due anni di proroga, l?atteggiamento è stato più che clemente. Ora speriamo in una soluzione». Il progetto infatti resta quello di creare negli spazi della comunità adiacenti al santuario una casa d?accoglienza per i pellegrini, una sala conferenze e un?area destinata alla sacrestia, della quale il santuario è sprovvisto. La patata bollente passa quindi ora nelle mani del neo vescovo di Como, Diego Coletti, insediato da poche settimane. «Sappiamo che si è assunto l?incarico di valutare il da farsi, ma non ha ancora deciso», aggiunge Bellosi, che invece nega l?esistenza di uno sfratto ufficiale. «L?atteggiamento», continua, «ci sembra più morbido rispetto a quello di chi lo ha preceduto. Ci auguriamo si possa aprire un dialogo e trovare una mediazione. Non vogliamo rimanere lì a tutti i costi, chiediamo solo che qualcuno ci assicuri una collaborazione per trovare un?altra possibilità: istituzioni, proprietari e società civile». Che pure si sta mobilitando. «Abbiamo aperto delle trattative, ma in nessun caso ci hanno dato il via libera», conclude il coordinatore. Al vaglio ci sarebbero «un terreno e un complesso in vendita a Morbegno, dove già abbiamo una comunità per minori», aggiunge Bollosi.

Intanto una cosa è certa: a pagare per la chiusura delle due comunità sarebbero non solo i malati, gli ex detenuti e tossicodipendenti accolti, ma anche il servizio psichiatrico, i servizi sociali e il Sert della Lombardia che lì inviano i loro utenti.

ASSOCIAZIONE IL GABBIANO
piazza Basilica 25 – Tirano (SO)
www.gabbianoonlus.it


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