Formazione

Somalia: Unhcr teme strage di profughi in mare

Secondo testimoni una nave con 93 passeggeri sarebbe affondata lo scorso 3 marzo nel Golfo di Aden

di Gabriella Meroni

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime preoccupazione per la sorte di oltre 100 persone che potrebbero aver perso la vita in mare la scorsa settimana nel tentativo di raggiungere le coste dello Yemen a bordo di imbarcazioni di trafficanti partite dalla Somalia. Secondo testimoni che si trovavano a bordo di altre imbarcazioni, intervistati da operatori dell’UNHCR nello Yemen, una nave con 93 passeggeri sarebbe affondata lo scorso 3 marzo nel Golfo di Aden – il tratto di mare che separa la Somalia dalla Penisola Arabica – a seguito di un guasto tecnico. Nella tragedia, sarebbero sopravvissuti solo i quattro membri dell’equipaggio. Secondo quanto riferiscono i testimoni, le vittime – tra le quali donne e bambini – sarebbero di nazionalità somala ed etiopica. L’imbarcazione affondata era una delle sei salpate dodici ore prima da Bossasso, nella Somalia nord-orientale. Gli oltre 450 passeggeri a bordo delle altre cinque imbarcazioni sono stati fatti sbarcare dai trafficanti nel villaggio costiero di Bir Ali, nel sud dello Yemen. Una volta sulla terraferma, i ‘boat people’ sono stati intercettati dalle autorità yemenite e condotti nel vicino centro di accoglienza di Mayfa, nel quale hanno ricevuto assistenza medica e cibo, prima di essere intervistati dagli operatori dell’UNHCR. Uno dei somali arrivati a Bir Ali era stato picchiato dai trafficanti così brutalmente che è deceduto poco dopo lo sbarco. È stato sepolto a Bir Ali. Quattro giorni dopo, il 7 marzo, l’equipaggio di un’altra imbarcazione ha costretto gli 85 passeggeri a bordo a gettarsi in mare, ancora al largo della costa. I sopravvissuti hanno riferito all’UNHCR che, a causa di quest’azione 18 persone – 17 somali e un etiope – sono annegate. Le autorità yemenite hanno finora recuperato sette corpi, mentre 67 sopravvissuti hanno raggiunto la costa. Anch’essi hanno ricevuto assistenza dall’UNHCR nel centro di Mayfa, al momento sotto forte pressione a causa dei 535 nuovi arrivi in meno di una settimana. Secondo quanto riferito dai sopravvissuti, ben 1.500 persone sono in attesa di essere imbarcate a Bossasso per lo Yemen nei prossimi giorni. Questa tragedia è solo l’ultima di una serie di incidenti simili che negli ultimi anni hanno causato un numero di vittime imprecisato. Di molti di questi non si è mai saputo nulla. Oltre 100 persone sono scomparse quando un’imbarcazione di trafficanti è affondata nel Golfo di Aden nel mese di marzo del 2004. Almeno altre 21 avevano perso la vita in un incidente simile nel settembre 2003. Nella speranza di poter giungere sulle coste dello Yemen, da dove poi molti cercano di raggiungere l’Europa, ogni anno migliaia di somali ed etiopi cadono nella rete tesa da trafficanti senza scrupoli. Fuggono dalla miseria e, nel caso della Somalia, dall’instabilità nei propri paesi e tra loro molti sono rifugiati in fuga da violenza e persecuzioni. L’UNHCR considera deplorevole questa incessante tragedia umana. Queste ultime morti evidenziano ancora una volta l’urgente necessità di uno sforzo congiunto a livello internazionale, che affronti alla radice le cause di questa catastrofe. Tra le questioni che devono esser affrontate vi sono quelle di come contrastare i trafficanti di esseri umani, le necessità di sviluppo nei paesi d’origine, oltre a come garantire che le persone che hanno bisogno di protezione internazionale non siano costrette a ricorrere ad azioni disperate per ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno. L’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati inoltre esorta la comunità internazionale a fornire sostegno ai paesi di transito, come lo Yemen, che ogni anno devono assumersi l’onere di ricevere migliaia di persone. Lo Yemen, situato all’estremità meridionale della Penisola Arabica, rappresenta un’eccezione tra gli stati del Golfo nell’aver aderito alla Convenzione del 1951 sui Rifugiati. Nonostante le difficoltà economiche, il paese si è dimostrato estremamente generoso nel trattare migranti e rifugiati. Ai somali che arrivano nello Yemen viene garantito automaticamente lo status di rifugiati * i cosiddetti rifugiati prima facie, riconosciuti cioè sulla base della loro nazionalità, piuttosto che a seguito di un esame su base individuale. Nello Yemen, i somali registrati con l’UNHCR sono circa 47mila, ma secondo stime fornite dalle autorità nel paese ve ne sarebbero altre centinaia di migliaia.


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