Famiglia

Somalia: tornata la calma a Mogadiscio, arrivano primi aiuti

L'Unhcr ha ringraziato il governo italiano per l'invio in Somalia di aiuti di emergenza dopo i combattimenti dei giorni scorsi. Riprende le attività anche l'ospedale Sos di Mogadiscio.

di Emanuela Citterio

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha ringraziato il governo italiano per aver inviato in Somalia 15 tonnellate di generi di prima necessità per gli sfollati in fuga da Mogadiscio. Gli aiuti, arrivati a Baidoa, 230 chilometri a nord-ovest di Mogadiscio, con un volo partito dalla base Onu di Pronto intervento umanitario di Brindisi, saranno utilizzati per soccorrere circa 150mila sfollati fuggiti dalla capitale, riporta oggi l’Agis. Si tratta del primo volo umanitario fornito da un governo donatore all’Unhcr ad atterrare nella Somalia centro-meridionale dal reinsediamento a Mogadiscio del governo federale di transizione. Il costo complessivo dell’operazione, coordinata dall’Ufficio Emergenze della Direzione generale per la cooperazione e sviluppo (Dgcs) del ministero degli Esteri, e’ di circa 170mila euro. Hanno contribuito all’operazione l’ambasciata italiana a Nairobi e il rappresentante diplomatico in Somalia.

Secondo le stime dell’agenzia Onu, dall’inizio di febbraio oltre 365mila persone sono fuggite da Mogadiscio, e le loro condizioni si fanno sempre piu’ drammatiche a causa delle precarie condizioni di sicurezza, che ostacolano anche il lavoro di Ong e agenzie internazionali. Questi sfollati vanno ad aggiungersi agli oltre 400mila gia’ presenti nel Paese del Corno d’Africa a seguito delle precedenti crisi.

Intanto la calma sembra essere tornata a Mogadiscio. Anche l’ospedale Sos, che era finito sotto i bombardamenti, sta tornando a essere operativo, confermano oggi dalla sede di Sos Villaggi dei bambini di Milano. L’ospedale è l’unica struttura che a Mogadiscio cura gratuitamente mamme e bambini. “Dopo dieci giorni di pesanti combattimenti e un veloce ma grave saccheggio, la zona nord di Mogadiscio”, dove sono localizzati l’ospedale e anche il Villaggio Sos che ospita circa duecento bambini orfani, “è tornata ad una situazione di relativa calma, e le prime due famiglie sono state fatte rientrare al Villaggio Sos” si legge sul sito dell’organizzazione umanitaria.


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