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Somalia: leader africani pronti a inviare forza di pace

Sette Paesi dell'Africa orientale pronti a dispiegare soldati in Somalia con o senza il sostegno dei signori della guerra somali

di Joshua Massarenti

Una forza di pace regionale in Somalia per ristabilire la pace in un Paese afflitto da 14 anni di guerra civile. Questa la svolta proposta oggi dall’Igad, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo che include sette Paesi dell’Africa orientale.

Il dispiegamento si farà entro il prossimo 30 aprile “con o senza il sostegno dei capi guerriglieri somali” ha dichiarato il presidente ugandese Yoweri Museveni. I signori della guerra locali “hanno preso la popolazione in ostaggio e questo noi non possiamo accettarlo” ha poi aggiunto Museveni, prima di lanciare: “Che cosa aspettiamo?”.

La domanda è rivolta ai suoi omologhi assieme ai quali si riunirà questa settimana a Entebbe (Uganda) per discutere sulle modalità di dispiegamento di una forza di pace alla quale sono risolutamente opposti alcune fazioni somali, pronte a denunciare il futuro sbarco di soldati provenienti da Djibuti e dall’Etiopia, due Paesi frontalieri con la Somalia.

La Somalia è in guerra civile dalla caduta di Mohammed Siad Barre nel 1991. In 14 anni, sono state distrutte tutte le infrastrutture del Paese creandovi nel contempo una zona franca in cui circola di tutto (dai cellulari alle armi passando per la droga). Si calcola che sinora il conflitto ha fatto tra le 300mila e le 500mila vittime, in maggioranza civili. Da alcuni mesi, la Somalia ha avviato un processo di normalizzazione politica con la nascita di un governo di transizione e la nomina di un nuovo presidente della Repubblica.

Da parte sua, l’Igad è chiamata a facilitare l’installazione nel Paese delle istituzioni somale appena create in esilio.

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