Famiglia

Somalia: la Procura di Roma indaga sull’ipotesi di sequestro per “terrorismo”

L'ipotesi del procuratore aggiunto Franco Ionta non esclude comuqnue una finalità diversa da quella al momento configurata

di Chiara Sirna

Svolta nel rapimento dei tre cooperanti in Somalia. La Procura della Repubblica di Roma sul rapimento dei due operatori italiani ha aperto un fascicolo di indagine.
La decisione e’ del procuratore aggiunto Franco Ionta il quale ha ipotizzato il reato di sequestro di persona a fini di terrorismo. Se confermata, ribalterebbe l’ipotesi di sequestro a scopo di lucro circolate nel primo pomeriggio sia da fonti della Farnesina, sia da fonti ben informate dall’agenzia di stampa missionaria Misna.
Non e’ escluso comunque che non appena avra’ ricevuto una completa informativa su quanto accaduto, il magistrato possa ipotizzare una diversa accusa, e cioe’ quella di sequestro di persona a scopo di estorsione.

La stessa Misna, che in tarda mattinata ha avallato l’ipotesi di sequestro per estorsione di denaro citando fonti accreditate non ha escluso altri scenari. In circolazione infatti, sempre secondo l’agenzia missionaria, ci sarebbero anche voci che puntano il dito contro gli ?shebab? (letteralmente i ?giovani?) il gruppo di ?pistoleri a noleggio? nato in Somalia nella guerra civile seguita alla caduta di Siad Barre (1991) e che negli ultimi anni è divenuto il braccio armato dell?ala più radicale delle Corti Islamiche, il deposto movimento politico che governò Mogadiscio e il Sud del paese tra il giugno e il dicembre 2006, prima dell?intervento armato etiopico a sostegno del governo di transizione.

La pista degli ?shebab? è quella che preoccupa maggiormente soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni del movimento che aveva definito gli operatori umanitari internazionali un ?obiettivo legittimo? dopo l?uccisione il primo maggio scorso del loro capo militare Adan Hashi Ayro in un bombardamento statunitense. Tanto che il sottosegretario gli Esteri, Alfredo Mantica, ha ricordato oggi la richiesta, lanciata dall’Europa, a non inviare in quei luoghi operatori umanitari.

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