Famiglia
Somalia, Intersos si ribella al taglio dei fondi della Cooperazione Italiana
La critica raccolta dall'Agi del segretario generale, Nino Sergi, che ha definito la decisione "scandalosa e inaccettabile"
di Chiara Sirna
“Dopo il rapimento dei due cooperanti nella regione del Basso Shebele, la Cooperazione italiana ha interrotto i finanziamenti alle ong che lavorano in Somalia”. Lo ha detto all’Agi il segretario generale di Intersos, Nino Sergi, che ha definito il provvedimento “scandaloso e inaccettabile”.
Poi ha spiegato più nel dettaglio. “L’ufficio dell’Unita’ tecnica locale della Cooperazione a Nairobi, competente per il Corno d’Africa ha congelato i finanziamenti e bloccato l’approvazione dei progetti delle organizzazioni non governative, pensando di tutelare cittadini italiani, dando però così in realtà un altro duro colpo alla già stremata popolazione somala”.
Sergi ha ricordato che le ong in Somalia “mandano avanti i progetti principalmente grazie a operatori somali che lavorano a stretto contatto con le comunita’ d’intervento”, e che “tagliare loro i fondi significa mettere a rischio tutto quello che e’ stato fatto sinora. E questo e’ scandaloso e inaccettabile”.
Di tutt’altra opinione il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica che, poco prima di riferire in Parlamento sulla vicenda dei cooperanti rapiti, pur non confermando il provvedimento, ha detto che se cosi’ fosse sarebbe “pertinente e utile, visto che autorizzare missioni del genere in un Paese instabile come la Somalia mette a rischio la vita dei nostri volontari”.
Sono diciotto le organizzazioni non governative italiane impegnate in Somalia con una trentina di espatriati e piu’ di duecento volontari locali. Molte sono arrivate nel Paese del Corno d’Africa subito dopo la cacciata del dittatore Siad Barre nel 1992, che segno’ l’inizio di un periodo di instabilita’ e anarchia. Gli interventi, di emergenza, medio e lungo termine, si concentrano sull’assistenza alla popolazione, fiaccata da anni di guerra civile, fame, carestie. Molti degli uffici principali delle ong si trovano a Nairobi, in Kenya: da qui i cooperanti partono per missioni-lampo in Somalia e coordinano il personale locale.
Cins
Nel Paese dal 1995 con progetti di sicurezza alimentare, sviluppo delle aree rurali, istruzione e sanita’. Oggi l’attivita’ si concentra nella zone a sud di Mogadiscio, in particolare nel Basso Shebele.
Intersos
E’ dal 1992 in diverse regioni centro-meridionali (Benadir, Hiran, Basso e Medio Scebeli, Basso Giuba, Bay, Ghedo), principalmente con interventi finalizzati al ritorno di profughi e sfollati, alla ricostruzione delle strutture sanitarie e scolastiche, a garantire accesso all’acqua potabile, allo sviluppo agricolo. Negli ultimi anni ha stabilito la sede principale a Jowhar, dove lavorano tre espatriati italiani, con personale locale tra le 40 e le 50 unita’. – Coopi. Inizia a lavorare in Somalia nel 1992 con interventi sanitari di emergenza: gestione di strutture ospedaliere, programmi nutrizionali e di terapia per l’idratazione, bonifica igienica del territorio, controllo delle grandi endemie (colera, tifo, tetano, tubercolosi). Alla fine degli anni Novanta l’intervento si e’ concentrato sulla riattivazione di strutture sanitarie e centri di salute.
Cosv
Dai primi anni Ottanta si occupa di interventi di sanita’, istruzione, supporto alle organizzazioni della societa’ civile e alle missioni di ‘peacekeeping’. E’ a Merka, nella Somalia centro-meridionale dal 1993, con attivita’ d’emergenza sanitaria. Promuove attivita’ sportive tra gli ex-miliziani e progetti di istruzione. I programmi sono gestiti da tre espatriati italiani e un anglo-somalo che seguono le attivita’ da Nairobi.
Terra Nuova
L’intervento si concentra nella regione del Somaliland, con progetti di sviluppo del settore dell’allevamento di bestiame. La sede operativa e’ a Nairobi con missioni periodiche nelle aree assegnate: vi sono al momento sei cooperanti italiani. Gran parte del personale, dalle 30 alle 50 unita’, e’ costituito da somali.
Consorzio Una
E’ nato nel 1995 e comprende le ong Cesvi, Cespi, Acra, Africa 70, Cast e Grt. Progetti di sviluppo in diversi settori: gestione dei rifiuti, servizi idrici, salute, riabilitazione sociale degli sfollati. – Cospe. Nel Paese dal 1997: i primi interventi sono finalizzati al supporto del Centro di Pace Elman. Dal 1999 sostiene progetti di sviluppo dell’imprenditoria femminile e di peacekeeping a Mogadiscio, Merka, Jowhar, Afgoye e Beltwey.
Cisp
Avvia gli interventi nel 1983 con progetti di emergenza sanitaria nella capitale e poi si trasferisce in altre aree con programmi sanitari, di istruzione, servizi idrici e assistenza veterinaria.
Cefa
Si occupa di progetti di sviluppo della produzione agricola nelle oasi del Puntland, di sicurezza alimentare e sviluppo del mercato locale nella valle dello Shebele.
Ccm
Il ‘Comitato collaborazione medica’ interviene con progetti di rafforzamento delle attivita’ di controllo di Aids e tubercolosi in diverse regioni.
Caritas italiana
Torna nel Paese nel 2005 e sostiene interventi sociosanitari a Baidoa, nel Basso Giuba, e a Gobwein, nel sud. A Merka assiste i bambini vittime dello tsunami del dicembre 2004. – Prosud (Uil). Impegnato in progetti di sicurezza alimentare e sviluppo rurale (rimbiscimento e sviluppo di colture agricole sostenibili) a Galkaio, nel Puntland. – Water for life. Lavora a Merka nei settori di acqua, agricoltura e istruzione.
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