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Somalia: il gruppo cimitero italiano coinvolto in sparatoria

Nella sparatoria che stamane a Mogadiscio ha fatto cinque morti, coinvolti i ribelli che hanno devastato cimitero italiano

di Joshua Massarenti

Sono almeno 5 le persone morte a Mogadiscio in una sparatoria avvenuta oggi ll’alba per il controllo di un importante posto di blocco (e relativi pedaggi) sulla strada che dalla capitale somala porta verso la citta’ di Balad. Lo hanno riferito alla Misna fonti vicine al nuovo parlamento somalo, precisando che la battaglia e’ esplosa nel quartiere di Huriwa, non lontano dal pastificio italiano di Mogadiscio, alle 5.50 locali (le 03.50 in Italia) ed e’ durata per oltre un’ora e mezzo.

Secondo un bilancio diffuso dalle radio locali, nell’intenso scontro a fuoco almeno 5 persone sarebbero rimaste uccise e molte altre ferite. Tra le vittime anche numerosi civili. I combattimenti avrebbero coinvolto i miliziani dei Duduble (il gruppo armato che controlla questa parte di Mogadiscio) e gli uomini che a meta’ gennaio attaccarono e presero possesso, devastandolo, del cimitero italiano di Mogadiscio.

Dal 1991, anno della caduta del dittatore Siad Barre, l’ex colonia italiana del Corno d’Africa e’ piombata in una sorta di anarchia che la vede da 14 anni priva di una qualsiasi autorita’ nazionale in cui bande di ‘signori della guerra’ si contendono il controllo di fette di territorio o di lucrativi affari, leciti e meno leciti. Anche se le nuove istituzioni somale (Presidente, governo e Parlamento) sono state create cercando di integrare tutte le ‘anime’ della guerra somala degli ultimi 14 anni, a Mogadiscio restano forze che continuano a opporsi al ritorno alla normalita’ del Paese. Nelle ultime settimane, una catena impressionante di omicidi mirati contro tutti coloro (militari, ex politici, funzionari e intellettuali) che a Mogadiscio avevano pubblicamente appoggiato il ritorno delle istituzioni in Somalia e attacchi propagandistici destinati alla comunita’ internazionale (inclusa la distruzione del cimitero coloniale italiano), hanno dimostrato che c’e’ ancora chi non ha nessuna intenzione di rinunciare ai benefici che l’anarchia somala – il Paese e’ stato definito il piu’ ‘grande duty free dell’illegalita’ mondiale’ – ha garantito in questi anni.

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