Welfare
Somalia: fame e sete per rincaro generi alimentari
Il rincaro dei generi alimentari e l'instabilità politica stanno causando in Somalia la morte per fame e sete di centinaia di persone.
di Redazione
Il rincaro dei generi alimentari e l’instabilità politica stanno causando in Somalia la morte per fame e sete di centinaia di persone. E’ quanto denunciano gli abitanti del Paese del Corno d’Africa al New York Times. “Ci troviamo esattamente in quella che viene definita ‘la tempesta perfetta’”, dice l’economista Usa Jeffrey Sachs, rientrato di recente da un viaggio in Kenya. Una condizione creata da una serie di fattori concomitanti: piogge scarse, raccolti disastrosi, rincari dei generi alimentari, morte del bestiame, inflazione fuori controllo e scarsità di cibo.
In Somalia, molti cercando di combattere la fame con una farina ricavata pestando rami di alberi spinosi, chiamati jerrin. Alcuni anziani affermano che i loro bambini masticano labbra e lingua per la fame. E sono diverse le donne che denunciano al quotidiano americano la morte recente dei loro bambini, lasciati magari sotto un albero per andare a cercare il cibo e ritrovati morti.
Ma la crisi non riguarda solo la Somalia. Anche in Etiopia, nella regione dell’Ogaden, “il cibo viene usato come arma” per affamare i ribelli che si oppongono al governo di Addis Abeba, mentre in quella sudanese del Darfur, l’Onu è stata costretta a ridurre gli aiuti alimentari a causa del banditismo, e anche il Kenya appare vulnerabile.
Le Nazioni Unite hanno già dichiarato lo stato di emerganza per gran parte della zona centrale della Somalia, ma nelle prossime settimane, sostiene il capo delle operazioni Unicef nel Paese, Christian Balslev-Olesen, si avrà una situazione di piena carestia. Il Nyt ricorda che lo stato di carestia è determinato da una serie di fattori, tra cui malnutrizione, mortalità, mancanza di cibo e acqua e peggioramento delle condizioni di vita. Alcuni di questi fattori hanno già superato la soglia di emergenza in Somalia, come la malnutrizione, che ha toccato un tasso del 24%.
“Abbiamo tutti gli indicatori pronti per una catastrofe – ha detto Balslev-Olesen al Nyt – non possiamo ancora definirla tale, ma temo che sia solo una questione di settimane”. Secondo le stime Onu, sono 2,6 milioni le persone che hanno bisogno oggi di assistenza, ma la cifra potrebbe presto raggiungere i 3,5 milioni, pari a metà della popolazione. Soltanto l’arrivo delle piogge e un accordo di pace tra governo e guerriglia potrebbe favorire un miglioramento della situazione.
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