Famiglia
Somalia, embargo non ferma il mercato delle armi
Lo rivela un rapporto consegnato da un gruppo di esperti al consiglio di sicurezza dell'Onu
Nonostante 12 anni di embargo, la Somalia è un florido mercato per i trafficanti di armi. I signori della guerra continuano a ricevere armi con le quali continuano ad addestrare le milizie che stanno impedendo il ritorno delle isituzioni sul territorio somalo.
E’ la conclusione a cui giunge il rapporto consegnato ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu dal gruppo di esperti (?Monitoring Group?) che ha il compito di monitorare eventuali violazioni dell?embargo sulle armi in vigore da 12 anni contro la Somalia.
Solo dal febbraio 2004 al febbraio 2005 “sono almeno 34 i singoli carichi di armi registrati in violazione all’embargo”. “Si tratta di carichi dal contenuto più disparato: si va dalle armi di piccolo calibro, a esplosivi, munizioni, razzi antiaerei, proiettili anticarro e mine”. Le armi arrivano in Somalia attraverso piccole imbarcazioni, a volte anche navi di grande stazza, mentre ? secondo gli esperti Onu ? pare diminuito l?impiego di aerei. Fonti principali dell’approvvigionamento di armi e munizioni in Somalia sono il mercato di Bakaaraha, nella capitale Mogadiscio, e un’altra struttura analoga situata in Yemen.
Le violazioni, sottolinea il rapporto, proseguono incessantemente e a un “livello allarmante”. In un rapporto confidenziale consegnato al Consiglio
il gruppo di esperti ha fornito anche i nomi dei principali responsabili del commercio illecito di armi, che nella versione pubblica vengono liquidati come “uomini d’affari” o “ministri del nuovo governo di transizione”, riferisce in una nota l’agenzia Misna.
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