Mondo

Somalia: è guerra aperta

Scontri violentissimi a sud di Baidoa tra miliziani dei Tribunali islamici e le truppe del governo transitorio somalo, sostenuto dall'Etiopia

di Joshua Massarenti

In Somalia la guerra è ormai ufficiale. Da ormai tre giorni, sono in corso scontri armati violentissimi a sud di Baidoa, la “capitale” provvisoria delle istituzioni transitorie somale dove, assieme all’esercito etiope, le truppe governative si stanno opponendo alle forze dei tribunali islamici.

Ieri il governo somalo ha affermato che nuovi scontri sono scoppiati nella città di Dinsoor, a circa 120 km a sud di Baidoa, controllata dagli islamisti dall’inizio di dicembre. Se la notizia fosse confermata, saremmo di fronte ad una vera e propria escalation bellica che giunge all’indomani della dichiarazione di guerra contro l’Etiopia da parte di cheikh Hassan Dahir Aweys, il capo dei tribunali islamici somali.

Gli scontri di Dinsoor sarebbero inoltre la prova che le forze regolari della Somalia stanno riconquistando terreno dopo i rovesci inflitti negli ultimi mesi. Ma la battaglia tra i due campi prosegue anche su due altri fronti: il primo a Idale (60 km a sud di Baidoa) e a Deynunay (una trentina di km dalla capitale transitoria).

Il 20 dicembre scorso, gli abitanti di Baidoa hanno visto un convoglio di carri armati etiopi dirigersi verso Deynunay dove sono in corso dei bombardamenti intensi per proteggere questa importante base militare del governo di transizione.

Da questi scontri, non si riesce a capire quale delle due forze in campo abbia la meglio. Entrambi le fazioni assicurano “perdite importante” tra i ranghi del nemico.


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