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Somalia: domani si elegge nuovo presidente…In Kenya

Favorito l'attuale leader del governo di transizione, Abdulkassim Salat Hassan, che ricopre la carica dal 2000, ma altri 27 candidati aspirano alla presidenza dalla durata di 3 anni

di Paolo Manzo

Domani, 10 ottobre, il Parlamento somalo elegge il nuovo presidente della Somalia. I 275 deputati si riuniranno a Nairobi, capitale del Kenya, sotto gli auspici dell’Unione Europea e dell’Igad (Intergovernmental Authority on Development), l’organizzazione che riunisce gli stati dell’Africa orientale. Favorito è l’attuale presidente del governo nazionale di transizione, Abdulkassim Salat Hassan, che ricopre la carica dal 2000. Altri 27 candidati aspirano alla presidenza dalla durata di 3 anni. Dal gennaio 1991, da quando l’ex dittatore Siad Barre è stato rovesciato, lo stato somalo è collassato e il paese vive in un’anarchia profonda. Le milizie armate dei diversi clan e sottoclan si sono divisi il territori con la forza. La Somalia è divisa attualmente in almeno tre parti. Nel nord vi è la repubblica del ”Somaliland”, dichiaratasi indipendente 10 anni fa, non riconosciuta dalla comunità internazionale. In questa area si è creata una certa stabilità, soprattutto nella parte centro occidentale. Protettorato britannico dal 1884 al 26 giugno 1960, il Somaliland si unisce il primo luglio dello stesso anno all’ex Somalia italiana, formando la Repubblica Unita della Somalia . Negli anni 80, nasce il movimento nazionale somalo (Msn) in opposizione al regime militare del generale Siad Barre che, dal 1969, governava la Repubblica Unita della Somalia con capitale Mogadiscio. Con l’esplodere della guerra civile, fomentata dai movimenti di guerriglia delle diverse etnie, Barre e’ costretto alla fuga e il Somaliland, nel 1991, si autoproclama repubblica indipendente sotto la guida di Mohammed Ibrahim Egal, morto nel maggio 2002. L’indipendenza del Somaliland viene sancita il 31 maggio 2001 da un referendum costituzionale approvato in modo plebiscitario. Nell’aprile 2003, nelle prime elezioni presidenziali nel Paese, vince Dahir Riyale Kahin, succeduto a Egal dopo la sua morte. Proprio in questa provincia, il 5 ottobre 2003, e’ stata uccisa Annalena Tonelli, missionaria laica nella regione da piu’ di un ventennio. Originaria di Forli’, la Tonelli dirigeva a Borama un ospedale con duecento posti letto per la cura della tubercolosi. Il Somaliland non ha preso parte agli accordi firmati ieri a Nairobi. Nella parte nord-orientale, negli ultimi 3 o 4 anni si è creata una zona di relativa sicurezza che ha portato alla fondazione del ”Puntland”. Si tratta di un’amministrazione locale provvisoria che non ha mire di indipendenza. I rappresentanti del ”Puntland” infatti hanno firmato le intese di Nairobi che hanno dato vita al governo nazionale di transizione . In questo modo la regione rientra a far parte a tutti gli effetti della Somalia. Nell’aprile scorso, Abdullahi Yusuf Ahmed, presidente dello stato federale somalo del Puntland, nel corso di una visita in Italia aveva fatto una promessa. ”Non ci sara’ piu’ un terrorista in Somalia se verro’ eletto presidente dello stato federale, lo prometto -aveva annunciato Yusuf Ahmed – Ma la risposta militare deve essere l’ultima ratio. Bisogna isolarli, sconfiggerli economicamente e politicamente, non c’e’ repressione che tenga. Ed e’ necessario creare opportunita’ e possibilita’ di vita dignitosa alla gente, cambiare le loro idee, educarli e inculcare una corretta visione della religione islamica, perche’ Islam significa pace”. Il presidente del Puntland aveva poi aggiunto di essere contrario a ogni forma di terrorismo ”che non e’ un fenomeno locale anche nel nostro paese -aveva precisato- dove ci sono cellule terroristiche di Al Qaeda a Mogadiscio e in altre aree della Somalia , ma e’ un fenomeno internazionale che va combattuto con una politica di prevenzione e una grande attenzione alle esisgenze della popolazione per garantire le migliori condizioni di vita possibili ed evitare che la gente si lasci coinvolgere dai terroristi”. Il Puntland ha un’estensione territoriale di 220 mila chilometri quadrati e una popolazione di 2,5-3 milioni di abitanti. La parte centro-sud, quella più abitata e potenzialmente più ricca, è la zona del paese che non era finora riuscita a esprimere un’amministrazione stabile. In effetti il Presidente del governo di transizione controlla solo una parte della capitale Mogadiscio. Nonostante gli sforzi della comunità internazionale infatti le divisione dei clan somali e la lotta per l’accaparramento delle scarse risorse economiche hanno finora impedito il ritorno dell’unità del paese.


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