Mondo

Somalia: battaglia a Mogadiscio, almeno 60 morti

Almeno 60 morti, ed un numero di feriti ancora superiore. E' il bilancio, provvisorio, della battaglia che infuria da ieri nella parte nord di Mogadiscio, lo riferiscono fonti ospedaliere

di Paul Ricard

Almeno 60 morti, ed un numero di feriti ancora superiore. E’ il bilancio, provvisorio, della battaglia che infuria da ieri nella parte nord di Mogadiscio tra milizie legate ai signori della guerra della capitale somala, e quelle schierate con i tribunali islamici, fortemente integralisti, e considerati quantomeno infiltrati da nuclei terroristici legati ad al Qaida. Lo rende noto la Bbc on line, citando fonti ospedaliere della capitale somala. Tra milizie legate ai ‘warlords’ di Mogadiscio (che controllano i lucrosissimi traffici della capitale) e quelle delle corti islamiche e’ in corso un duro scontro da oltre un mese, che ha causato finora almeno un centinaio di morti. Dapprima i due gruppi avevano stretto un’alleanza, quantomeno tattica: ambedue contro il Governo di Transizione Nazionale (Tng). Ma da quando, a gennaio, ai signori della guerra e’ venuta meno la sponda politica (erano con loro una novantina di deputati, ed il presidente del parlamento, che si sono riallineati con Tng), e’ iniziata da parte loro una manovra di riaggiustamento delle posizioni. Incontri informali, ma noti, col Tng in vista di una riavvicinamento, se non della piena alleanza (il nodo e’ come dividere i proventi dei traffici di Mogadiscio); e rottura con le corti islamiche, sospettate in maniera diffusa di integralismo, se non terrorismo, e quindi internazionalmente sotto tiro. Cio’ mentre tutta la regione, e gran parte delle cancellerie mondiali, hanno ormai formalmente riconosciuto il governo di transizione, a cui stanno fornendo aiuti importanti: non solo politici. I warlords di Mogadiscio hanno quindi deciso di evitare di restare isolati, seppur ricchi e ben armati, anche a costo di doversi scontrare per il controllo della capitale con gli integralisti, a loro volta ampiamente finanziati ed equipaggiati da importanti lobby arabe. Ma cio’ che per gli osservatori internazionali piu’ conta -seppur nell’orrore di questi sanguinosi scontri- e’ che si e’ rotta un’alleanza che, seppur tattica, avrebbe rischiato di propagare germi integralistici, se non terroristici, non solo nella capitale, ma nell’intera Somalia.


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