Mondo

Somalia: allarme del Pam. 500 mila persone a rischio alimentare

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è sempre più preoccupato della precaria situazione umanitaria nella parte meridionale della Somalia

di Redazione

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è sempre più preoccupato della precaria situazione umanitaria nella parte meridionale della Somalia, dove 500.000 persone subiscono le conseguenze di una grave carenza di scorte alimentari, dovuta sia alla siccità, sia alla funestata situazione economica. L’agenzia avverte che qualsiasi ulteriore aggravamento potrebbe avere conseguenze disastrose. La situazione è particolarmente critica nella regione di Gedo e in parte delle regioni di Bay e di Bakool, dove il quasi totale fallimento del raccolto di agosto ha ridotto notevolmente la quantità di cibo disponibile. Per il raccolto di gennaio non sono fra l’altro previsti significativi miglioramenti, visto che le piogge nelle aree maggiormente colpite sono state sporadiche e ben al di sotto dei normali livelli. “E’ da mesi che mettiamo in guardia la comunità internazionale sulla crisi che si sta determinando in Somalia” ha detto il Direttore del PAM in Somalia, Kevin Farrell. “Adesso abbiamo il forte timore che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente, a meno che il livello dell’assistenza umanitaria non venga significativamente innalzato”. I tassi di malnutrizione fra i bambini sotto i cinque anni nella regione di Gedo hanno ora raggiunto livelli allarmanti, a causa della mancanza di cibo fra le famiglie somale ed alla loro scarsa capacità di farvi fronte. Un recente accertamento nel distretto di Belet Hawa, a Gedo, ha indicato che il 37% dei bambini è malnutrito (di questi l’8% soffre di malnutrizione cronica). Un tasso del 15% è considerato un’emergenza nutrizionale. Nelle scorse settimane, le difficoltà incontrate dalle famiglie somale sono state esacerbate dal calo di entrate dall’estero, dovuto alla chiusura, in novembre, del sistema bancario principale. Molte persone facevano molto affidamento sui pochi soldi inviati loro dai parenti all’estero per acquistare il minimo necessario per sopravvivere. Senza queste entrate, molte famiglie sono diventate completamente povere. Il permanente divieto di esportazione di bestiame verso i Paesi del Golfo Persico, l’inflazione galoppante ed il generale stato di insicurezza sono ulteriori fattori che contribuiscono grandemente a spingere l’attuale situazione verso livelli critici. “L’attuale siccità, il basso livello di assistenza umanitaria, il prevalente clima di insicurezza ed i timori di un ulterioredissesto potrebbero spingere una situazione già molto precaria oltre il baratro”, ha aggiunto Farrell. In agosto, il PAM aveva lanciato un appello per 20.000 tonnellate di cibo, nel tentativo di controllare la situazione nelle zone più a rischio della Somalia meridionale. Tuttavia, solo 5.000 tonnellate di cibo sono pervenute fino a questo momento e si esauriranno entro marzo 2002. Altre 15.000 tonnellate sono necessarie per continuare a dare assistenza oltre marzo e per prevenire un ulteriore deterioramento di una situazione già critica. Nel tentativo di prevenire un disastro umanitario, il PAM ha cominciato a distribuire cibo nei distretti di Garbaharey e Burdhubo, nella regione di Gedo. Questo intervento completa altri progetti esistenti, nei quali il cibo viene distribuito in cambio di lavoro, con il risultato di mettere le famiglie nelle condizioni di mantenere il proprio livello di vita e, contemporaneamente, di ricostruire le infrastrutture localim come i bacini pluviali e le strade. L’agenzia ha anche avviato un’azione di supporto alle istituzioni sociali come i centri di distribuzione di cibo per bambini malnutriti, centri per l’assistenza a madri e bambini ed ospedali.


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