Salute
Solo un italiano su due le conosce
Domenica 11 novembre si celebra la XII Giornata di San Martino. La Federazione Cure Palliative lancia la campagna "Lo sapevi?"
C’è chi, come Paolo Monferino, assessore alla sanità della Regione Piemonte, ancora pensa che mandare i pazienti in hospice è «una crudeltà», perché equivale a dire loro «sei morto». O che, come la parrucchiera di Torino citata da Adriana Turriziani, presidente SICP, all’ultimo congresso nazionale, ritiene che le cure palliative siano «quelle inutili, che non fanno nulla». Oggi poco più di un italiano su due sa cosa sono le cure palliative prima di imbattervisi: secondo la ricerca “i bisogni delle famiglie e dei caregiver”, pubblicata a settembre dalla Federazione Cure Palliative siamo al 53%. «Si tratta di un percorso in crescita», precisa Luca Moroni, presidente della FCP: nel 2000 infatti eravamo al 38%. «Ma non è ancora abbastanza».
Domenica 11 novembre si tiene in tutta Italia la Giornata di San Martino, giunta alla XII edizione.
La Federazione lancia “Lo sapevi?”, una campagna informativa sui diritti e sui bisogni dei malati inguaribili e delle loro famiglie. «L’informazione è il vero grimaldello», continua Moroni. «Non si tratta solo di sapere cosa sono le cure palliative, ma anche di sapere che esse sono un diritto sancito dalla legge, che sono gratuite e che si possono ricevere sia a casa sia in hospice sia in ospedale. Solo allora le persone potranno esigere il loro diritto. Le cure palliative sono nate là dove i cittadini le hanno chieste, dove si sono riuniti in associazioni e hanno fatto pressione».
Le 70 organizzazioni non profit della FCP chiederanno una firma «perché la rete delle cure palliative sia una realtà per ogni malato, di qualunque età, in tutto il Paese»: una frase che «lascia intuire che una realtà ancora non sono. Oggi vi accedono sostanzialmente ancora solo i malati oncologici, c’è ancora una grande disomogeneità sul territorio nazionale. La rete poi è un punto fondamentale, i criteri stabiliti a luglio in Conferenza Stato Regioni sono avanzati e ambiziosi, ora si tratta di realizzarle». A chi firmerà, verrà donata una matita: «perché c’è ancora un pezzo di vita da scrivere».
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