Famiglia

Solo un giovane su due conosce l’Agenda 2030

Quanto l'Agenda 2030 è conosciuta dai giovani? E quanto è raccontata dall'informazione? Uno studio-ricerca dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dell'Università Pontificia Salesiana in occasione della Settimana Sociale dei cattolici italiani, dedicata a “Il pianeta che speriamo"

di Ermanno Giuca

In Italia un giovane su due non conosce l’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, sottoscritti nel settembre 2015 dalle Nazioni Unite. E ritengono che la responsabilità sia dell’informazione, che ne parla poco. Allo stesso tempo però avvertono una forte preoccupazione per il loro futuro.

Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine “Pensare il futuro” condotta dall’Unione Cattolica Stampa Italiana insieme alla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Una doppia ricerca realizzata per indagare sia la conoscenza dell’Agenda da parte dei giovani, sia per interrogare il mondo dell’informazione mainstream sullo spazio che ad essa viene dato e sulle modalità con cui vengono affrontati i temi che pone.

Per i 451 giovani a cui è stato sottoposto il questionario, il concetto di “sostenibilità” è connesso prima di tutto con le tematiche ambientali e, in secondo luogo, con quelle di tipo economico per finire, poi, con questioni più spiccatamente sociali, quali l’equità, la giustizia e la lotta alle disuguaglianze. I temi che più li interessano sono quelli che li toccano personalmente: Istruzione di qualità (indicato dal 49,2% di chi ha risposto al questionario), Salute e benessere (36,6%) e Parità di genere (29,4%). Ritengono però che le maggiori preoccupazioni della gente circa gli obiettivi dell’Agenda 2030, si concentrino su Lavoro dignitoso e crescita economica (61,5%), Salute e benessere (52,7%) e, se pure con grande distacco, su Parità di genere (29,1%), Lotta alla povertà (28,4%) e Cambiamento climatico (26,4%).

Sono convinti che responsabili dei problemi che oggi rendono insostenibile lo sviluppo siano prima di tutto il comportamento delle persone (8,97 punti su 10) ma quasi altrettanto la politica (8,89 su 10), seguiti dalle multinazionali (8,71), dalle guerre (8.57), dalla criminalità organizzata e dall’economia (che si trovano a pari merito con l’8,52). Sono disponibili a fare scelte personali di impegno quotidiano, soprattutto praticare correttamente la raccolta differenziata (9,09 su 10), evitare l’uso della plastica (8,89), se possibile muoversi in bicicletta (8.45), mangiare prodotti locali (8,44), utilizzate l’automobile il meno possibile e condividerla (8,39).

Infine, le preoccupazioni per il futuro: la grande maggioranza (92%) si dichiara abbastanza o molto preoccupato per la possibilità di trovare (o mantenere) lavoro in futuro. Inoltre i giovani sono preoccupati per l’inquinamento ambientale (53,0%); la violenza/delinquenza presente nella società (bullismo, mafia, criminalità, terrorismo…) (43,8%); la crisi economica mondiale (43,2%).

Alla domanda su quanto, da 1 a 10, si parli nei media dei temi dell’Agenda 2030, mediamente i giovani hanno indicato una risposta piuttosto bassa: 4,45. Gli stessi giornalisti, del resto, ritengono che essa meriterebbe più spazio, e soprattutto più approfondimento.

All’interno della ricerca sono stati intervistati 9 direttori, 8 giornalisti e 7 fonti di informazione, per cercare di capire in che modo l’informazione mainstream si occupi dell’Agenda 2030 e dei suoi temi e quali difficoltà incontri. Ne è uscito un paesaggio articolato, caratterizzato da evidenti differenze, anche se tutti gli intervistati ne riconoscono l’importanza.

Una prima differenza è tra testate grandi e testate piccole. Nelle prime ci sono stati cambiamenti profondi: man mano che alcuni temi si imponevano, gli si dedicavano più spazi, con nuovi prodotti, nuovi progetti, investendo quindi anche in risorse umane. Nelle testate più piccole ci si è limitati a ricavare qualche spazio nella programmazione ordinaria, anche se tutti riconoscono la necessità di offrire approfondimenti, non limitandosi alle notizie di cronaca.

Una seconda differenza si gioca sugli obiettivi a cui si dà più spazio, che sono in genere energia, transizione ecologica, welfare, parità di genere, educazione (anche perché incrociano maggiormente la cronaca, anche quella locale). Ma mentre le testate laiche sembrano privilegiare i temi ambientali, quelle cattoliche segnalano come centrale il tema della povertà, delle disuguaglianze, e in seconda battuta della pace e della solidarietà.

Realizzata in occasione della 49° Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto, che ha per titolo "Il pianeta che speriamo" (21-24 ottobre), la ricerca sarà presentata oggi a Bari. I risultati dell’indagine insieme ad alcuni approfondimenti sono disponibili nel volume “Pensare il futuro. I 17 obiettivi dell’Agenda visti dai giovani e raccontati dai giornalisti” (Ed. LAS 2021).

Photo by Spring Fed Images on Unsplash

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