Economia

Solo se si è liberi si costruisce uno sviluppo diverso

Terzo non più Terzo. il non profit e la politica. Intervento di Pietro Spirito

di Redazione

Il dibattito aperto da Vita a sul manifesto di Cittadinanza democratica offre l?occasione per una riflessione su un tema strategico qual è il rapporto tra terzo settore e politica. Viviamo tempi incerti e siamo alla ricerca di percorsi nuovi, mentre manifestiamo insoddisfazione per le risposte che vengono dal mondo della politica. È un sentimento diffuso. Così si spiega anche l?estesa e ancora non del tutto espressa voglia di partecipazione ai cantieri in corso per l?innovazione nella politica, cantieri che percorrono tutto l?arco delle rappresentanze democratiche. Si tratta di un processo al quale abbiamo il dovere di prestare la massima attenzione, perché dalla qualità della politica dipende il futuro della nostra società.

Cercando rigenerazione
Cerchiamo quindi forme nuove di identità collettiva per superare il disagio che deriva dall?ingessamento attuale delle forme della partecipazione nella politica. Alla sclerosi della ?casta? si contrappone una magmatica ricerca di nuovi contenitori e nuovi contenuti. Questa ansia di cambiamento rischia però di generare percorsi confusi. Tra le scorciatoie c?è appunto la formazione di un possibile corto circuito tra terzo settore e politica: se la politica in quanto tale non riesce a rinnovarsi, allora, con un bagno nella società civile, si cerca una rigenerazione che non è stata ancora trovata.
E neppure serve, di converso, il rifiuto della politica o la ricerca di una soggettività del terzo settore in contrapposizione al mondo delle istituzioni. Anche questa tentazione va contrastata.
Tra questi due estremi c?è la strada del dialogo e del confronto tra identità distinte e necessarie. Al terzo settore serve una politica attenta alla società civile e alle sue espressioni vitali; alla politica serve un terzo settore capace di esprimere e organizzare quella voglia di protagonismo sociale che non può essere tutta canalizzata nelle istituzioni rappresentative.
Va poi sottolineato che il terzo settore non è solo sede di istanze civili, ma anche un elemento non irrilevante del sistema economico nazionale: vi si concentrano energie, risorse e competenze che possono essere leva per un nuovo e diverso sviluppo produttivo e sociale del Paese. In tale prospettiva, la costruzione di un dialogo tra politica e terzo settore rappresenta un fattore critico di successo per la ripresa competitiva dello sviluppo, mentre se si torna a collocare il non profit in funzione ancillare rispetto alla politica, non si coglie un?opportunità.
Nella storia del nostro Paese si trovano i segni di un collateralismo tra terzo settore e politica che non ha giovato alla crescita di una società civile capace di costruire autonomia e identità, intesa anche come stimolo verso la trasformazione del modo di fare politica. È sui contenuti che deve avvenire il dialogo e la sfida costruttiva tra terzo settore e politica: si misura qui la maturità di una crescita collettiva di entrambi i ?contenitori?, distinti nei ruoli e nelle finalità, attraverso i quali si esprime la partecipazione pubblica dei cittadini alla vita sociale del Paese.

L?esempio di Telethon
Prendiamo il caso di Telethon: noi abbiamo bisogno di stimolare una discussione pubblica sul ruolo della ricerca per costruire un futuro migliore. C?è molto da fare su questo fronte. È necessaria una politica pubblica più forte e matura, capace non solo di assegnare maggiori risorse finanziarie a tale obiettivo, ma anche di orientarle al finanziamento della ricerca di maggiore qualità, secondo criteri meritocratici che servano a sedimentare un tessuto di conoscenze solido, internazionale, aperto a premiare i migliori giovani ricercatori.
Noi poniamo le competenze che abbiamo sviluppato in questo settore anche al servizio delle istituzioni e della politica, nella consapevolezza che un dialogo efficace tra terzo settore e politica è una piattaforma indispensabile per migliorare il dibattito civile e il sistema decisionale del Paese. Come scrive Mark Anspach, «oggi come ieri, gli uomini debbono imparare a uscire dai circoli viziosi in cui si rinchiudono, per diventare anch?essi attori protagonisti».


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