Non profit

Solidarietà: per l’Afghanistan l’italiano non dona

Tutte le organizzazioni impegnate a favore dei profughi lamentano scarsi aiuti da parte della gente. Anche se c’è un’eccezione

di Benedetta Verrini

Come va la raccolta fondi in favore della popolazione afghana? A due mesi dall?inizio del conflitto, abbiamo fatto un rendiconto di quanto è stato donato dagli italiani per sostenere le organizzazioni umanitarie che operano sul posto. Mancano Croce rossa italiana, che non ha ancora dati disponibili, e Cesvi, che ha fatto partire un progetto appena due settimane fa. Caritas Al 22 novembre, le offerte dei donatori avevano raggiunto 500 milioni di lire. Una goccia, se si pensa che per far fronte all?emergenza profughi la Caritas internazionale avrebbe bisogno di 30 miliardi. In Italia la raccolta ha avuto un andamento frammentario: la Cei non ha lanciato quella che viene definita una ?colletta nazionale? (anche se non è escluso che lo faccia), perciò la donazione è avvenuta attraverso reti informali. Molte iniziative si concentreranno il 14 dicembre, per la giornata di digiuno lanciata dal Papa, ma i soldi andranno al Pontificio Consiglio Cor Unum e non saranno destinati solo all?Afghanistan. Acnur In ottobre, la raccolta fondi da privati ha chiuso con 3 miliardi, ma a novembre ha subito una flessione: a metà mese era ad appena a 500 milioni. Dalla sezione italiana dell?Alto commissariato confermano che la propensione a donare è stata altalenante: è partita in modo tiepido, poi un picco, quindi un nuovo rallentamento. Novembre non raggiungerà le cifre di ottobre. «Forse», dicono all?Acnur, «l?attenzione sulla guerra ha distolto la gente dalla situazione umanitaria». Save the children «Siamo molto al di sotto della cifra preventivata: abbiamo raccolto 30-40 milioni sui 500 preventivati», dice Filippo Ungaro. «Sono contributi di supporto a Save the children internatonal, che è radicata in Afghanistan (ha sedi a Kabul e a Mazar-I-Sharif). Forse c?è stata una negativa identificazione tra afghani e talebani. Poi, a peggiorare le cose, è arrivata la percezione che la guerra sia finita. Cosa che non è vera, e in tutto questo restano l?emergenza alimentare e quella delle mine». Medici senza frontiere Al di sotto delle aspettative anche le donazioni a favore di Msf. La cifra raccolta, alla fine di novembre, si aggirava intorno al miliardo di lire. «Stiamo fronteggiando enormi emergenze: è in atto un?epidemia di morbillo», dice Sergio Cecchini della sede italiana. «La settimana scorsa abbiamo vaccinato 7mila bambini vicino a Mazar-I-Sharif, e se pensate che una vaccinazione costa 250 lire, basterebbe poco?». Poca solidarietà e un lavoro su un territorio incontrollabile: la scorsa settimana lo staff di Medici senza frontiere è stato costretto a ritirarsi da Jalalabad. Troppa ostilità verso gli occidentali. «Forse è la complessità di questo conflitto a rendere ardua la raccolta», continua Cecchini. «Le donazioni sono inferiori a quelle, ad esempio, per il terremoto in India. Ma donare per una catastrofe naturale è più facile». Unicef La raccolta da privati ha superato i 2 miliardi di lire. I 500mila dollari che Unicef aveva anticipato all?inizio del conflitto sono già stati ripianati. «Ma siamo al di sotto della raccolta per l?altra grande emergenza, quella in Kosovo», dicono dalla sede italiana. Per l?Afghanistan l?Unicef ha messo in preventivo, per i primi mesi, un impegno di 36 milioni di dollari. Complessivamente ne sono stati raccolti 30. «Ci sono meno donatori, e più attenti. Abbiamo ricevuto telefonate di persone che vogliono essere rassicurate sul fatto che i convogli non vengano rapinati». Emergency Grazie al carisma del suo fondatore, Gino Strada, Emergency ha ottenuto in assoluto il maggiore battage pubblicitario e mediatico. Il chirurgo ha rifiutato i 3,5 miliardi stanziati dal governo a favore di Emergency, ma la scelta non pare avere penalizzato la ong visto che ha raccolto (ma i dati non sono ufficiali) 688 milioni a ottobre che, paragonati al miliardo e mezzo dell?intero 2000, danno il polso della fiducia degli italiani per l?organizzazione. A questi si aggiungeranno i proventi della vendita del libro Afghanistan Anno zero, scritto da Giulietto Chiesa e Vauro, che ha venduto già 60mila copie.


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