Non profit
soldi ai farmaci orfani:fondo o registrazioni?il governo a un bivio
ricerca Si discute di una proposta del sottosegretario Fazio
di Redazione
Per i farmaci orfani è meglio un fondo di cura e sostegno a vantaggio dei pazienti affetti da malattie rare, con una dotazione di 500 milioni di euro per il prossimo triennio, come prevede un disegno di legge recentemente illustrato alla commissione Sanità del Senato, oppure sono da preferire altre forme di finanziamento, come ha suggerito il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute, Ferruccio Fazio?
Nel suo intervento in commissione, Fazio ha espresso la sua perplessità sui fondi predeterminati, ritenendo preferibili per esempio riserve attinte in misura percentuale delle quote versate dalle industrie per la registrazione dei farmaci.
Ma cosa ne pensa dell’idea Fazio chi con i farmaci orfani e le malattie rare ha a che fare? Parla di «Apertura prudente», Nicola Spinelli, vicepresidente di Uniamo – Federazione italiana malattie rare; mentre per Giorgio del Mare, presidente della Lega italiana fibrosi cistica onlus non ci sono «pregiudizi ideologici» su un’ipotesi o l’altra. Del Mare ricorda anche che una sorta di «tassa etica sulla registrazione dei farmaci alle imprese farmaceutiche, esiste già in altri Paesi».
«Ci sono sia dei vantaggi sia degli svantaggi», osserva Spinelli considerando le due ipotesi. «Nel caso di un fondo predeterminato c’è lo svantaggio della possibilità che i soldi siano distratti e usati per altri usi. Nell’altro caso sarebbe molto più difficile distrarli, anche se probabilmente l’entità del gettito non sarebbe quantificata. Non tutti gli anni ci sono degli alti coefficienti di registrazione, per cui ci possono essere anni buoni e altri no». Inoltre, per Spinelli la propensione per un’ipotesi o l’altra dipende anche dalla percentuale che verrebbe stabilita sulla registrazione. «Un meccanismo di tal genere c’è già all’interno dell’Agenzia italiana del farmaco, perché esiste un fondo che l’Aifa impone e corrisponde al 5% di quello che le aziende farmaceutiche spendono all’anno in attività promozionale (congressi ecc.). Il 50% va a una serie di attività interne all’Aifa e l’altra metà è devoluta a un ulteriore fondo che in parte è impiegato sulla ricerca sui farmaci orfani».
Il presidente della Lega italiana fibrosi cistica osserva inoltre che il meccanismo suggerito dal sottosegretario Fazio potrebbe non piacere alle aziende che lo vedrebbero come «un balzello in più». Non resta quindi che «mettersi attorno a un tavolo con il ministero e i tecnici dell’Istituto superiore di sanità per decidere. E lo faremo sulla base della convenienza. A priori non è meglio né l’uno, un fondo dello Stato, né l’altro. Tra i due non abbiamo preferenze, finché non capiamo quale potrebbe essere il ritorno». Insomma, per Del Mare il problema è vedere quale potrebbe essere la dotazione del fondo e quella derivante dalla percentuale sulle registrazioni dei farmaci.
A ben vedere, però, Del Mare vede nel fondo una certezza maggiore perché «l’Italia è uno degli ultimi Paesi in Europa in tema di velocità di registrazione dalla presentazione della domanda all’esito» e conclude evidenziando la preoccupazione che la lentezza della registrazione «sia un bel freno al gettito». Non resta che sperare che il meccanismo che sarà individuato garantisca la ricerca.
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