Welfare

Sogni e preoccupazioni dei baby galeotti russi

Lettere dal carcere

di Redazione

Sono 25mila oggi in Russia i minori in carcere. E, adesso che anche in quei paesi c?è la ricchezza e c?è la proprietà privata, tanti sono in galera per reati contro la proprietà. Le nuove povertà, prodotte dalla liberalizzazione sfrenata del mercato e dall?assenza di politiche sociali in grado di compensare gli squilibri, hanno stravolto le caratteristiche della popolazione carceraria. È successo allora che tantissime persone, che non erano dei criminali ma che non riuscivano a sopravvivere, si sono date all?illegalità. Dietro le testimonianze che pubblichiamo, raccontate da due adolescenti russi rinchiusi in carcere, ci sono storie di vita particolarmente dolorose: famiglie ridotte sotto i livelli della sopravvivenza, genitori che con la pensione non ce la fanno più, qualcuno che pensa che l?unica soluzione sia andare a cercarsi i soldi dove ci sono, cioè dai ricchi. Sono ragazzi giovanissimi, eppure nonostante l?età anche per loro in Russia c?è la galera, tanta galera. Ornella Favero (ornif@iol.it) Mi trovo in carcere già da dieci mesi, e in tutto questo tempo non ho mai incontrato nessuno dei miei parenti o conoscenti. Per me la cosa più terribile è proprio quando sei privato della possibilità di vederti con i tuoi cari. Io non ho questa possibilità perché la situazione economica della mia famiglia non è affatto buona. Ed è proprio per questo che anch?io mi trovo qui. Io so che mio padre e mia madre darebbero tutto per farmi tornare a casa, o almeno per vedermi, ma è un problema di soldi. La nostra è una famiglia grande, siamo in tredici, e poi ci sono anche i più piccoli, i miei nipotini, ed è per le condizioni di miseria in cui viviamo che sono andato a rubare. Ed ecco che davvero la sofferenza più intollerabile per me è che, quando ti privano della libertà, ti separano anche dalle persone che ami, e che non puoi più neppure aiutare. Certo, la nostra legge è severa, ma io di questo non mi lamento. Quando uscirò di qui, non andrò più a rubare, ma cercherò di lavorare, e di dare una mano così alla mia famiglia. La cosa più tremenda è che io mi sono accorto da quando mi trovo qui rinchiuso, che non posso stare senza i miei cari, e ho capito quanto li amo. Sergio Ogni sera, mentre sto per addormentarmi, io prego: «Signore, fa in modo che io possa sognare la libertà». Ma poi invece sogno e sogno la galera: le zone a grande sorveglianza, il filo spinato, le sbarre? Poco tempo fa mi sono sognato di mia madre. Ma di nuovo tutto avveniva in galera: ecco, lei viene a colloquio, mi chiamano, io corro e corro: chiavistelli, lucchetti, guardie? Poi queste zone controllate a vista finiscono, e io abbraccio mia madre e la mia sorellina. Mia madre sta per darmi una tavoletta di cioccolata, ma mia sorella la afferra, la scarta e se la mangia. Io mi arrabbio e la sgrido con parole forti… è terribile, perché io quando ero libero non ho mai alzato la voce con lei. Il?dar


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