“Per giocare a cricket ci vuole calma”. Fernando, una quarantina d’anni, è uno dei due allenatori dell’A.s.d Sri Lanka Cricket Club, squadra di cricket che ha sede a Cologno Monzese e ha giocato negli ultimi anni le sue partite di campionato a Cernusco sul Naviglio. Fernando che in Italia lavora in un ristorante, nello Sri Lanka, suo paese d’origine, era una promessa del cricket. Tanto da aver calcato i campi insieme a qualcuno che ha vestito la casacca della Nazionale dei Leoni, una delle più forti del mondo. E anche dopo essere venuto nel nostro Paese (“se non mi fossi sfasciato il ginocchio non sarei emigrato” confessa) il cricket non è uscito dalla vita di Fernando, anzi. Ha allenato per quasi 15 anni squadre senior a Trento e da qualche mese segue i giovani dello Sri Lanka Cricket Club. “A loro – spiega l’allenatore, mentre osserva le battute – sto insegnando le basi della tecnica perchè molti stanno cominciando ora, ma soprattutto sto insegnando a essere calmi in campo”.
Alla ricerca del campo perduto.. – Una rosa che si sta formando e i cui problemi sono soprattutto logistici. “E’ difficile trovare campi per allenarsi in inverno – racconta il coach– a volte come oggi dobbiamo affittare gli spazi in un centro sportivo”. Il gruppo di Fernando è di 11 giocatori, quelli necessari per comporre una squadra. L’anima è Nisal, 17 anni, cingalese. E’ il capitano della squadra Under 17 che nel 2012 ha disputato il campionato italiano di categoria. E’ stato lui, nato in Sri Lanka ma cresciuto tra l’isola e l’Italia (“i miei hanno fatto la spola tra qui e là per paura della guerra civile) a mettere insieme il gruppo. Usando la tecnologia. “Ho messo un annuncio su Facebook per cercare compagni- racconta mentre si prepara a lanciare – e qualcuno ha risposto”. Sono arrivati in 5. Tra cui Kaveesha, 15 anni, nella squadra dalla primavera scorsa (“un amico di mia sorella ha letto il messaggio di Nisal e sono venuto”), e che sul suo ruolo in campo dice “Faccio un po’ di tutto, stiamo imparando”. Qualcun altro come Neemash. il più piccolo della squadra, buon battitore e lanciatore amante dei tiri ad effetto, ha conosciuto la squadra attraverso il passaparola.
“Vorrei diventare un professionista” – Tutti dallo Sri Lanka, (qualcuno come Neemash non parla italiano), tranne uno, Mohsen. Lui è pakistano, di Lahore, nel Punjab. Diciasette anni, vive a Quarto Oggiaro e ha un sogno. Diventare un giocatore professionista di cricket. Per farlo sarebbe disposto a fare il percorso inverso, di quello fatto dai suoi genitori. Tornare in Pakistan e almeno provarci. “Lì conosco un giocatore della Nazionale, lui potrebbe garantire per me, ma prima devo imparare ancora molto e finire il liceo”. Intanto è riuscito a portare il cricket anche a scuola, l’Istituto Lagrange di Milano. “Con alcuni compagni pakistani – racconta – vogliamo insegnare il gioco ai nostri compagni”. E magari anche il fair play che è la regola non scritta del cricket.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.