Welfare

Sognando una gamba bionica in un carcere senza burocrazia

Un tema particolarmente delicato quale quello della diversa abilità all'interno delle mura carcerarie.

di Ornella Favero

È appena nato Sosta Forzata, giornale realizzato nel carcere Le Novate di Piacenza. Ancora un giornale dal carcere, ancora una conferma del fatto che i detenuti vogliono parlare. E vogliono parlare alla gente fuori, ai giovani, alle famiglie, e raccontare il loro disagio a partire dalle piccole cose di una vita quotidiana, dove tutto è terribilmente difficile. Dal giornale del carcere di Piacenza pubblichiamo qui una testimonianza, che ci permette di tornare su un tema che ci sta particolarmente a cuore: i disabili in carcere. Speriamo che questo numero di Sosta Forzata, che esce come inserto del settimanale diocesano Il Nuovo giornale, arrivi a persone che ancora sono capaci di scandalizzarsi per situazioni, come quella raccontata da Nico.

Ornella Favero (ornif@iol.it)

In carcere avere qualsiasi esigenza sanitaria diventa un problema. Se soffri di mal di denti ti viene data una bustina di Aulin, per crampi allo stomaco pure e in caso di patologie più complesse andrà bene ancora la bustina. A questo punto, ritengo che l?inventore di questo farmaco andrebbe insignito del Nobel per la medicina, visto che ha creato qualcosa che costituisce una panacea per ogni sofferenza. Io sono recluso da circa quattro anni e sono privo di una gamba per un incidente automobilistico. Premetto che tale menomazione non mi provoca depressioni né angosce. Con i miei compagni spesso ci scherzo sopra. Ovviamente porto un arto artificiale che periodicamente deve essere sostituito ed adeguato alle nuove esigenze deambulatorie. Quando entrai in carcere era giusto il momento di cambiarlo, ma non ne ebbi il tempo, appunto per l?arresto. Dal carcere, segnalai ai sanitari la mia esigenza, ma senza risultati. Ancora oggi se domando a un?assistente sociale di interessarsi per la mia gamba, magari anche non turbo, soltanto il modello base, senza optional, trovo chi si vuole assumere quest?onere, ma poi ineluttabilmente tornano tutti frastornati per essersi scontrati contro una muraglia di burocrazia. Questa povera gamba ormai non fa più i tagliandi da una vita, non passerebbe nemmeno più ad una revisione. “Ora”, mi ha detto un compagno, “fanno quelle catalitiche, con quella non puoi più nemmeno circolare la domenica”. Questa è una delle tante battute che potrei raccogliere in un libro. Chissà, forse ci farei anche qualche soldino per le sigarette. Per l?interessamento dell?assistente volontaria Valla, avevo anche trovato nella generosa Piacenza chi si sarebbe assunto l?onere economico, senza passare per l?assistenza statale. Tutto però si è sempre arenato nei meandri della burocrazia e delle competenze. Così, io la notte mi sogno gambe ?bioniche?, costruite con materiali in possesso soltanto della Nasa. Resto comunque in attesa del mio arto e se arriverà ve lo farò sapere.

Nico – Carcere Le Novate


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