Sostenibilità
Sociologi e manager l’ecologia non vi separi
Come scegliere il corso giusto
di Redazione
La green economy nei prossimi anni darà lavoro a 170mila persone. Lo rivela uno studio realizzato dal Centro Europa Ricerche con il contributo del ministero dell’Ambiente. Il comparto green sta attirando sempre più investimenti privati (+35% nel biennio 2009/10). Esperti di fonti energetiche alternative, di impianti a basso impatto ambientale, operatori per la riduzione dell’inquinamento, bioarchitetti, ecodesigner, sono i professionisti più richiesti. Che si formano nelle università italiane. Non più soltanto con lauree e master dedicati, ma con corsi di studio da seguire nell’ambito delle lauree generaliste, a dimostrazione di quanto i temi della sostenibilità siano trasversali. «Tutta la realtà produttiva deve parlare il linguaggio delle sostenibilità, il manager super esperto va messo ad operare in un contesto consapevole e ricettivo», spiega Serenella Sala, ricercatrice del Griss – Gruppo di ricerca sullo sviluppo sostenibile del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’università di Milano-Bicocca. Il Griss, nel corso di questi anni, ha contribuito alla formazione di centinaia di ingegneri, architetti, economisti. Ma anche sociologi. «La sostenibilità è sempre più affrontata all’interno del sistema dei consumi. Il sociologo è una figura chiave, da diversi punti di vista: come lettore della società, come interprete delle sue dinamiche e come ideatore di nuove strategie».
La nona edizione del master Ridef – Rinnovabili decentramento efficienza energetica – Energia per Kyoto, organizzato dal Politecnico di Milano, tiene conto dei nuovi scenari normativi e istituzionali. «Quello energetico è un settore fondamentale poiché viviamo in un contesto mondiale caratterizzato dai cambiamenti climatici e dagli alti prezzi dell’energia», afferma Gianni Silvestrini, direttore del master.
A indirizzare nuovi interventi formativi anche la politica integrata di prodotto promossa dall’Unione europea per processi produttivi attenti all’impatto ambientale del ciclo di vita dei prodotti. La sfida è stata raccolta dalla Scuola di Architettura e Design dell’università di Camerino con la quarta edizione del master “Eco-Design e Eco-Innovazione”. «Oggi lo sviluppo dei prodotti fin dalle prime fasi di concept», spiega il direttore Lucia Pietroni, «deve garantire un’elevata qualità prestazionale attraverso l’impiego di materiali eco-innovativi e l’utilizzo di criteri di design guidati dai principi della sostenibilità ambientale».
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