Welfare

Social street. Il condominio si sposta sul web

Si parte con un gruppo su Fb, in cui si ritessono i rapporti sociali, e si precipita nella realtà con segnalazioni per idraulici o baby sitter. Sono già 138 le strade sociali in Italia

di Lorenzo Alvaro

Dall'isolamento urbano degli appartamenti condominiali si esce con i “pianerottoli 2.0”. È questo il senso delle social street.

Gruppi su facebook che raccolgono gli abitanti di strade e quartieri. Un modo per cominciare a conoscersi. Le presentazioni nascono sul web. Poi però tutto atterra nella realtà. Segnalazioni, favori e aiuti. Dagli idraulici alle baby sitter, dai dog sitter agli imbianchini rinasce piano piano il vecchio quartiere di una volta.

E il fenomeno è di successo e in espansione. Tutto nasce da via Fondazza a Bologna. L’idea è di Federico Bastiani, 36 anni, giornalista freelance e padre di un bambino. Stanco di vederlo giocare sempre da solo, crea il gruppo Facebook “Residenti in Via Fondazza – Bologna”. In poco tempo il gruppo virtuale si popola di persone reali, quelle che si incrociano al supermercato o per le scale, fino a superare gli 800 partecipanti.

È bastato poco per scoprire che qualche palazzo più in là c’erano altri bambini con cui giocare, persone con cui condividere la passione del trekking (è nato il “Via Fondazza social trekking”), anziani che avevano bisogno di una mano. E da lì mille altre inziaitive: dalla mostra fotografica con "i volti di via Fondazza” fino ad arrivare ai flash mob organizzati in quartiere.

Il fenomeno così rapidamente ha preso quota e ha cominciato a espandersi. Da Palermo a Milano sono oggi 138 le vie social (qui l'elenco completo).

Motivo per cui Bastiani non solo ha fondato un sito dedicato (Social Steet Italia) ma ha anche pensato a un vademecum con le Linee Guida per fondare una social street.

Non vi resta dunque che accendere il pc.  

In copertina una foto del Clarìn sugli abitanti di via Fondazza
 


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