Cultura

Social Forum: fallisce il vertice col prefetto

Firenze, salta l’accordo tra prefetto e no global. "La chiusura delle frontiere è una provocazione"

di Redazione

Loro escono per primi. Uno che si accende la sigaretta, un altro che prende sottobraccio Vittorio Agnoletto, uno che dice: “Abbiamo fatto presto, eh?”. Molto presto. Nemmeno dieci minuti è durato il supervertice che il prefetto Achille Serra aveva convocato sperando di concordare le misure di ordine pubblico per il Social Forum europeo, in programma a Firenze, dal 6 al 10 di novembre. Lui, il prefetto, esce con un preoccupante colorito pallido. Stringe i pugni. Va a infilarsi nel suo ufficio camminando svelto.
“Così non si fa”. Si sente tradito. Perché con i giovani leader del movimento antagonista – o, almeno, con quelli che ne rappresentano una parte – aveva avuto una riunione informale proprio sul finire della mattina. Sembrava esserci intesa: sui percorsi dei cortei, sulle zone più artisticamente preziose – da Ponte vecchio a Piazza della Signoria – da evitare. “Noi però, al signor prefetto, l?avevamo detto che quella storia di Schengen…”.
Schengen. Per questo il supervertice è saltato. I leader no global hanno letto alcuni giornali. “Il Viminale sta pensando di sospendere la convenzione. Vogliono chiudere le frontiere”. Così il supervertice è durato una manciata di minuti. Hanno aspettato che Serra facesse un piccolo preambolo, poi s?è alzato Stefano Kovach, uno dei giovani leader emergenti. Ha parlato guardando il sindaco Leonardo Domenici, il presidente della Regione Claudio Martini, il questore e i comandanti dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Un discorso che ripete anche davanti al gran mucchio delle telecamere.
“La decisione che sembra stia prendendo il Viminale, di chiudere le frontiere e dunque di impedire l?afflusso di partecipanti stranieri, è grave e pericolosa. Si tratta di un inutile elemento di drammatizzazione che, per altro, fa venir meno il carattere internazionale del forum”. Gli chiedono se, per caso, al ministero dell?Interno non temano l?arrivo delle bande di Black Bloc. E lui: “Noi non abbiamo segnali di un loro arrivo”. C?è Vittorio Agnoletto, lì vicino: “E? una provocazione, ecco cos?è. Come già accadde a Genova, per il G8. Ma poi, stavolta, non ci sono neppure capi di Stato: cosa temono? Vogliono convincersi o no, che il patrimonio artistico di Firenze è anche il nostro? E che, perciò, saremo i primi a difenderlo? Spero intervenga Romano Prodi”.
Da Roma, nel volgere di pochi minuti, arrivano altre dichiarazioni pesanti. Paolo Cento, dei verdi, che hanno presentato interrogazione urgente ai ministri dell?Interno e degli Esteri: “Chiudere le frontiere significa creare inutili tensioni. Se il governo insiste su questa strada, vuol dire che sta preparando una seconda Genova, a cui, ovviamente, dobbiamo cercare di sottrarci tutti”.
Duri commenti anche da Rifondazione. E pure dal presidente della Regione, Martini: “Sospendere Schengen sarebbe un passo indietro”. E dal sindaco Domenici: “Scelta non condivisibile”.

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