Sostenibilità

Social forum europeo: Firenze ne discute

Il sindaco Leonardo Domenici: «No gloabal non devono diffidare delle istituzioni»

di Giampaolo Cerri

«Il mio è un invito rivolto a tutti, per salvaguardare l’interesse della nostra città. Insieme, ciascuno a partire dalle proprie posizioni, dobbiamo lavorare perché l’appuntamento con il Social Forum europeo sia un evento di grande livello, e caratterizzi Firenze come città che si apre al mondo e al dialogo. Non dobbiamo ridurre il dibattito a una semplice questione di ordine pubblico: ma riflettere e confrontarci sul grande tema della globalizzazione, che ci coinvolge tutti». Sono le parole del sindaco Leonardo Domenici, nel suo intervento durante il dibattito in consiglio comunale sul Social Forum europeo che dovrebbe svolgersi a Firenze nel prossimo mese di novembre. «Prima di entrare nel merito della mozione delle opposizioni, che mi invita a non dare parere favorevole alla manifestazione – ha esordito il sindaco – vorrei fare una riflessione di carattere più generale. Perché in realtà non stiamo parlando semplicemente di un evento che, se sarà confermata la scelta di Firenze, si terrà nella nostra città. Qui stiamo affrontando un grande tema: quello che per comodità chiamiamo globalizzazione. Ed è da qui che dobbiamo partire, Io sono convinto che una città come Firenze, per la sua storia, la sua identità, il suo significato per l’umanità, non possa sottrarsi al dibattito su un argomento così importante per il mondo in cui viviamo. Un tema che peraltro qui avevamo già affrontato: nell’autunno del ’99, quando proprio in Palazzo Vecchio si riunirono i capi di stato dei governi mondiali del centro-sinistra. Da allora, è nato e si è sviluppato un movimento internazionale sul tema della globalizzazione, un movimento che ha grande capacità di pluralismo e che ha molte anime, molti punti di vista differenti». «Il punto fondamentale – ha ribatito Domenici – è che non possiamo ritrarci di fronte al dibattito sulla globalizzazione: dobbiamo accettare di misurarci con esso, e non ridurre a dire semplicemente “sì” o “no”. Dobbiamo confrontarci con tutti, fuori e dentro il Social Forum, per capire come è possibile governare la globalizzazione, e come cercare di risolvere i grandi problemi irrisolti che si porta dietro. Se arriverà la conferma della scelta di Firenze per il Social Forum europeo, Firenze ha il dovere di affrontare a viso aperto queste questioni e non pensare solo ai possibili problemi tecnico-organizzativi dell’evento, subendolo passivamente. Mi piacerebbe arrivare alla scadenza di novembre con l’organizzazione di una serie di eventi di alto livello, che possano contribuire al dibattito: per esempio con un appuntamento sul tema dello sviluppo economico e dei diritti nell’era della globalizzazione». «Anche lo stesso movimento del Social Forum dovrebbe fare un salto di qualità – ha proseguito il sindaco – Dovrebbe superare il dibattito su violenza e non-violenza, dovrebbe affrontare obiettivi nuovi e aprire un nuovo confronto con le istituzioni. Se il movimento del Social Forum ha un limite, secondo me è proprio quello di continuare ad essere diffidente verso le istituzioni, che sono ancora viste come omologanti, imbriglianti. Ma questo è sbagliato. Il movimento ha bisogno di un confronto, anche conflittuale, con le istituzioni: ebbene, qui c’è lo spazio e il ruolo per questo confronto. E su questo punto, vorrei che ci fosse il contributo di tutto il consiglio comunale fiorentino». «Vorrei che il dibattito non si sviluppasse solo in base agli allarmismi, ma in base ad uno sforzo collettivo che possa dare un contributo importante e di alto livello. Anche per questo – ha detto ancora il sindaco venendo a parlare della mozione presentata dalle opposizioni – credo che sia difficile trovare motivazioni concrete, per esprimere un eventuale parere negativo al meeting di novembre. Se noi diciamo che ci sono problemi particolari per non far svolgere il meeting, dobbiamo spiegare bene quali sono e su cosa si basano. Come sindaco, non posso certo vietare una manifestazione in base a fatti reali di ordine pubblico, che nella fattispecie non esistono: mentre esiste il diritto di manifestare. E se gli argomenti negativi sono l’eccessiva affluenza e la mancanza di spazi adatti, mi senso di contestarli. Per quanto riguarda l’affluenza, gli organizzatori del Social Forum prevedono non più di 8/10mila persone: basta pensare che a Firenze ogni giorno arrivano quasi 30mila turisti e centinaia di migliaia di pendolari, o che alla Mostra dell’Artigianato alla Fortezza da Basso sono già stati contati 130mila visitatori, per capire che questa è una città perfettamente organizzata per accogliere flussi significativi di persone. Oltretutto, a nessuno è venuto in mente che si possano organizzare iniziative in pieno centro storico: certe preoccupazioni sulla delicatezza del nostro patrimonio artistico storico sono pienamente condivisibili e si deve tenerne conto. Mentre per quanto riguarda gli spazi per l’accoglienza, dovremo coinvolgere le altre istituzioni e gli altri comuni, al di fuori del territorio comunale, per organizzare e gestire spazi e soluzioni adatte». «In base a queste considerazioni, il mio invito alle opposizioni è quello di ritirare la mozione che avevano presentato – ha detto ancora Domenici – Credo invece che sarebbe utile fare in modo che il consiglio si doti di un proprio strumento, come una commissione ad hoc, con il compito di seguire la fase preparatoria del Social Forum, intervenendo anche sull’organizzazione di eventi con la città e con le altre istituzioni. Non credo sia utile a nessuno creare allarmismo – ha concluso il sindaco – né che si utilizzi e si riduca questo evento a strumento di battaglia politica. Nell’interesse della nostra città, ciascuno a partire dalle proprie posizioni, tutti dobbiamo fare in modo che questo appuntamento confermi il ruolo di Firenze come città aperta al mondo e al dialogo».


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