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Social food nel piatto di Natale

Il numero di dicembre 2023/gennaio 2024 di VITA magazine è online, scaricabile da subito per chi ha un abbonamento e in spedizione verso chi ha scelto di avere anche la versione cartacea. “Social Food Economy” accende un faro su un fenomeno che ha dimensioni enormi e conseguenze negative sia sul sistema economico e sociale, sia su quello della salute pubblica: quello dello spreco alimentare. Un trend particolarmente intenso nel periodo delle feste fra Natale e l'Epifania. Ci siamo chiesti come frenare questa tendenza. E abbiamo scoperto che molto dipende da noi 

di Redazione

Il dato più aggiornato della Fao ci dice che a livello globale il 13% del cibo prodotto viene perso nella catena di distribuzione (dal post-raccolto alla prevendita, fino al dettaglio) e un altro 17% viene sprecato a livello familiare. In tutto circa il 30% della produzione mondiale. Uno spreco enorme che, come dimostrano le inchieste e i numeri che presentiamo su questo numero, creano danni sociali sia a livello economico, di aumento delle disuguaglianze e delle povertà, sia a livello di sanità pubblica. Come uscirne? Come abbattere lo spreco? Molto dipende dai nostri comportamenti e dalle scelte di acquisto a favore di imprese circolari e sostenibili. Specie nel periodo fra Natale, Capodanno e l’Epifania quando si segnano i picchi di spese alimentari da parte degli italiani. 


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Il numero di dicembre 2023/gennaio 2024 di VITA magazine è online, scaricabile da subito per chi ha un abbonamento e in spedizione verso chi ha scelto di avere anche la versione cartacea. “Social Food Economy” accende un faro su un fenomeno che ha dimensioni enormi e conseguenze negative sia sul sistema economico e sociale, sia su quello della salute pubblica. 

Nel primo capitolo Alessio Nisi raccoglie le voci fra gli altri di don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana, di Maximo Torero Cullen, chief economy della Fao, di Andrea Segrè, economista e direttore scientifico del Waste Watcher International Observatory, di Barbara Toci di Ipsos, di Paola Garrone, responsabile scientifico del Food Sustainability Lab del Politecnico di Milano. Dai loro interventi emerge chiaramente come le logiche di mercato nella filiera del food determinino impatti negativi in termini di aumento della povertà e riduzione del reddito. Un’inchiesta corredata da tre pagine di infografiche a cura di Matteo Riva e da due interventi a firma. Il primo di Carlo Petrini (“La catena alimentare è responsabile del 34% dell’inquinamento globale”) tratto da “Il gusto di cambiare” (Slow Food Editore e Libreria Editrice Vaticana, anno 2023, 17,10 euro, prefazione di papa Francesco) scritto con l’economista e gesuita francese Gaël Giraud, in dialogo con il direttore di VITA Stefano Arduini. Il secondo di Chiara Roversi, founder del Future Food Institute che racconta come è nata la Giornata Mondiale contro lo spreco del 29 settembre. 

Nel secondo capitolo Nicla Panciera illustra nel dettaglio attraverso dati ed esperti gli impatti in termini di salute pubblica e malnutrizione degli sprechi nella filiera alimentare. Parlano Giorgio Sesti, presidente della società italiana di medicina interna; Angelo Avogaro, presidente della società italiana di diabetologia; Lucilla Titta, biologa nutrizionista presso lo Ieo di Milano; l’epidemiologo Elio Riboli e la responsabile del settore alimentazione vegana della Lav (Lega anti vivisezione) Domiziana Illengo

Le filiere antispreco sono infine le protagoniste del terzo capitolo del magazine. Apertura affidata a Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati e soprattutto prima firmataria delle legge 166/16, cosiddetta “legge antispreco”. Gadda lunga tutta la filiera alimentare guida il lettore alla scoperta di imprese che hanno preso la strada della sostenibilità e dell’economia circolare. Qualche esempio: il Consorzio dei produttori della patata della Sila, l’azienda agricola F.lli Durando, la cooperativa Giardinetto nella provincia di Foggia, la Fiera di Rimini, Costa Crociere e il Grand Hotel Mediterraneo di Firenze

L’avvocato ed esperto di Terzo settore Gabriele Sepio accende un faro sulla legislazione europea individuando due modelli contrapposti: quello italiano e quello francese. Gianluca Salvatori dà conto invece della nascita di Fondazione Valore, la piattaforma nazionale antispreco che mette in rete profit, Terzo settore e pubblica amministrazione. 

A chiudere un focus sui case history antispreco più significativi nel mondo non profit e in quello profit, partendo da quella che ormai è una vera e propria federazione del recupero del food: il Banco Alimentare. Fra gli altri casi esemplari vanno annoverati, lato non profit, i progetti di: Acli, Junior Achievement, Fondazione Arché, Progetto Arca, Slow Food e Cesvi. Lato profit: Gruppo Cremonini, Carrefour, Coop, Assica, Barilla e Federdistribuzione

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