Welfare

Social Business Initiative: cosa ha cambiato in Europa

Portare l’innovazione sociale in Europa era la sfida della Social Business Initiative, il piano della commissione europea lanciato nel 2011. A due anni dal lancio ecco come l’iniziativa ha cambiato il sociale made in Europe

di Ottavia Spaggiari

Sono passati poco più di due anni dal lancio della Social Business Initiative (SBI), l’iniziativa della commissione europea che nell’ottobre 2011 ha lanciato un vero e proprio piano strategico per sviluppare un ecosistema in grado di promuovere e facilitare l’accesso ai fondi da parte delle imprese sociali, semplificare il quadro normativo e dare maggiore visibilità al settore. La due giorni di Strasburgo dedicata al social business, Social Entrepreneurship Have Your Say!, che si è conclusa venerdì, è stata l’occasione per fare un primo bilancio di questi ultimi due anni e mezzo di SBI. Ecco come sono cambiate le cose per il social business europeo.
 
1. Accesso ai fondi
Lo scorso giugno il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa hanno approvato il programma per lOccupazione e l’innovazione sociale. Per il piano, che dal 2014 al 2020 avrà l’obiettivo di sostenere il mercato degli investimenti nel sociale, sono stati stanziati 85 milioni di dollari.  La promozione del social business è stata inserita tra le aree prioritarie anche nei Fondi Strutturali dell’Unione Europea (Fondo Sociale Europeo e European Regional Development Fund). 
Per promuovere gli investimenti privati nel social business, è stata istituito il Fondo Europeo per l’Impresa Sociale, una sorta di passaporto europeo per gli investimenti che dovrebbe facilitare l’accesso ai finanziamenti per le imprese sociali e aiutare gli investitori ad identificare le imprese sociali su cui investire. Volto a facilitare l’accesso al capitale privato anche la nuova definizione di European Venture Capital Fund, che dovrebbe uniformare e promuovere la crescita degli investimenti venture.
 
2. Visibilità
Dare visibilità e permettere lo scambio tra le varie esperienze di innovazione sociale in Europa: è questo l’obiettivo di Social Innovation Europe, la piattaforma online su cui chiunque può raccontare la propria storia di innovazione legata al sociale. 
La pubblicazione della Guida all’innovazione sociale intende invece offrire strumenti ulteriori per la comprensione del settore alle istituzioni nazionali . Volto a rendere il concetto di innovazione sociale più conosciuto è anche il progetto attualmente in corso di mappatura delle realtà che lavorano nel settore in Europa. Questa attività sarà poi usata per realizzare un database e confrontare le diverse definizioni di social business tra gli stati membri, identificando possibili strumenti comuni  per la misurazione dell’impatto sociale.
 
3. Quadro legislativo
Il nuovo pacchetto di riforme relativo al Public Procurement che dovrà essere adottato a inizio 2014, incoraggerà gli enti pubblici a considerare il ciclo di vita completo dei servizi, quando chiamati a decidere sulle concessioni e gli affidamenti. In questo panorama le clausole sociali entrano a pieno titolo nelle nuove direttive europee,ricoprendo un’importanza mai vista prima. Tra i risultati più importanti della nuova normativa, gli affidamenti nei servizi sociali con competizioni riservate alle non profit e, per quanto riguarda le convenzioni sull’inserimento lavorativo, l’abbassamento delle percentuali minime di lavoratori svantaggiati.
Tra i provvedimenti per lo sviluppo di un ecosistema favorevole all’innovazione sociale, anche la proposta adottata dalla Commissione Europea di uno statuto unico delle fondazioni europee, lo European Foundation Statute, fortemente voluto dallo European Foundation Center, volto a facilitarne le attività transfrontaliere. Medesimo obiettivo è quello dello European Cooperative Society Statute che, a differenza dello statuto delle fondazione, è già esecutivo. Il lavoro però non è finito. La Commissione ha avviato una consultazione pubblica per renderlo più semplice, accessibile e utile agli addetti ai lavori.
 

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