Calcio

Sostenibilità, in Serie A sociale batte ambiente

Quarta edizione dell'indagine di Community soccer report sulla corporate social responsibility nei club del campionato italiano. L’impegno “green” va a rilento. Bene la beneficenza, le attività solidali e le campagne di sensibilizzazione. Mancano progetti stabili e strutturati

di Nicola Varcasia

Cosa fanno i club di Serie A per la responsabilità sociale? Ci sono margini di miglioramento? C’è qualche talento nascosto “in panchina” da valorizzare? VITA si è occupata del tema nello scorso numero di luglio, quando, assieme a un team di esperti, ha stilato la prima classifica della Csr. Tra i partner di quel lavoro, l’osservatorio di Community soccer report dedicato proprio alla corporate social responsibility del calcio italiano, che ha appena pubblicato la quarta edizione di Csr in Serie A- Indagine sulla sostenibilità tra i club della nostra massima divisione calcistica,strumento d’analisi di questa dimensione sempre più importante anche per il nostro calcio.

Calcio in salsa Esg

Lo studio analizza tre macroaree distinte. Innanzitutto, la governance, investigando sugli aspetti gestionali, organizzativi o comunicativi di questo lavoro. Poi l’intervento sociale, esaminandone le iniziative proposte – sia in termini quantitativi che qualitativi – e le principali aree di azione interessate. Infine, sulla dimensione ambientale, valutando i progressi dei club sia nella propria transizione green, che nella promozione di buone prassi in favore dei relativi stakeholders.

Poca programmazione

Sono diversi gli spunti d’interesse emersi dall’indagine, spiegano da Community soccer report. Nel complesso, permane una notevole differenza tra quanto realizzato in ambito sociale e le iniziative orientate a quello ambientale, con la prima area quella di gran lunga maggiormente rappresentata. Per molti, inoltre, rimangono oggettive difficoltà nell’inserire il proprio impegno all’interno di un disegno strategico definito: non sono più di tre o quattro i Club a poter vantare un simile titolo. Un tale modus operandi si ritrova anche nelle iniziative promosse, per lo più legate alle logiche di intervento “one off” piuttosto che a progettualità strutturate.

La prima edizione dello scudetto di VITA

Slanci solidali

Le aree di intervento maggiormente presidiate riguardano invece la beneficenza e le attività solidali per il territorio. Per la prima, inoltre, i Club hanno cercato con interessante frequenza anche il coinvolgimento dei tifosi (70% dei casi totali, tra maglie all’asta e merchandising a scopo benefico). Il ruolo della Serie A si conferma centrale anche nella promozione di campagne di sensibilizzazione di respiro nazionale su temi socialmente rilevanti (soprattutto parità di genere e antirazzismo).

Con i partner commerciali

Discreto il numero di club (oltre il 50%) che hanno attivato collaborazioni per la sostenibilità con i partner commerciali. Una tendenza che ci aspettiamo cresca in futuro, e che speriamo sempre più società riescano ad inserire in un impegno maggiormente strutturato sui temi promossi: questa realtà oggi rappresentata solo dalla metà dei club autori di questo genere partnership. Impegno per l’ambiente procede complessivamente a rilento. A parte qualche caso isolato (tre società con un comprovato impegno sull’argomento), la maggior parte delle squadre ha limitato le proprie iniziative a pochi ambiti, rimanendo per lo più isolate e non riconducibili ad alcuna policy o strategia.

Best practice

Il report analizza anche numerose best practice, esempi positivi in cui le singole squadre sono state capaci di iniziative in grado di lasciare un segno positivo e di rappresentare anche una fonte di ispirazione per l’intero movimento. Tuttavia emergono dei margini di miglioramento molto vasti che chiamano in causa tutto il sistema.

Ma la scuola no

Ne è un esempio quanto descritto nel report stesso rispetto ad una iniziativa dell’agosto 2022, quando Lega serie A e Ministero dell’Istruzione hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato alla «crescita culturale e sociale delle bambine e dei bambini attraverso la promozione dell’attività sportiva nelle scuole, con particolare riguardo al gioco del calcio». Si è poi fatto riferimento – prosegue il Report – ad altri importanti temi sociali come la promozione dell’equità di genere, oppure il contrasto al tifo violento. Dopo più di anno non si ha ancora avuto riscontro tangibile di questo accordo, pur indicato nella recente Strategia 2030 della Serie A, quindi senz’altro in cantiere. Il cambio dello scenario politico può non aver aiutato, ma guardando anche al quadro delineato sorgono diverse domande. Le stesse che continuerà a porsi anche VITA, continuando a seguire l’evoluzione del mondo sportivo rispetto all’esercizio della responsabilità sociale.

Foto di mathieu gauzy su Unsplash

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