Impatti

Snam, tutto il sociale dell’obiettivo Net Zero

Il gruppo ha presentato il suo ambizioso Transition Plan che guarda al 2050. Una road map che porterà alla decarbonizzazione attraverso una progressiva riduzione delle emissioni di Co2 e un investimento di 26 miliardi di euro tra il 2023 e il 2032. E non c’è solo l’attenzione all’ambiente, ma attraverso la fondazione aziendale si guarda anche ai territori e a chi li abita

di Antonietta Nembri

Slide e animazioni tecnologiche per raccontare le ambiziose strategie ambientali di Snam, primo operatore europeo per il trasporto di gas, hanno fatto da scenografia alla presentazione del primo Transition Plan. Una road map ambiziosa che punta al Net Zero entro il 2050. Eppure non si è parlato solo di sostenibilità ambientale, fin dalle prime parole della presidente sia di Snam sia della sua fondazione. «Economia e sociale sono temi interdipendenti», ha detto infatti Monica de Virgiliis nei saluti iniziali. 

Del resto il programma dell’evento “Strategie per il futuro – La sostenibilità al centro” ha previsto anche, accanto ai panel su decarbonizzazione e impatto della transizione energetica sull’economia e il clima, un intervento della direttrice generale di Fondazione Snam Marta Luca che è intervenuta sulle azioni in corso nei territori “per una transizione giusta” e una tavola rotonda sull’impatto sociale basato sul dialogo tra filantropia e business.

Fondazione, nei territori in modo capillare

In particolare la dg Luca se da una parte ha sottolineato l’essere la fondazione una costola di Snam che lavora negli stessi territori ha caratterizzato l’azione portata avanti nell’essere capillare. Tre gli ingredienti dell’intervento della fondazione e dei suoi volontari: «Il 20% delle nostre persone di Snam che hanno donato oltre 4.200 ore lavorative», ha richiamato Luca che ha inserito il capitale umano negli ingredienti accanto al supporto economico e alla formazione dei nostri beneficiari.

L’intevento di Marta Luca nel corso della presentazione

Una caratteristica importante è poi l’approccio multistakeholder «facciamo rete, lavoriamo con imprese profit e istituzioni locali per sostenere i nostri 35mila beneficiari», ha aggiunto la dg della fondazione ricordando tra le attività i laboratori esperienziali, il sostegno alla formazione Stem e il volontariato di competenza per aiutare gli enti di Terzo settore. 

Il piatto forte della giornata è stata ovviamente la presentazione del primo Transition Plan che delinea gli obiettivi, le azioni e le risorse che la Snam metterà in atto nella direzione di un sistema economico a basse emissioni di carbonio.

Gli obiettivi principali, è stato spiegato, includono il Net Positive Impact sulla natura entro il 2027, il 52% degli investimenti allineati alla tassonomia Ue entro il 2032 e la neutralità carbonica entro il 2040.

Net Zero al 2050

In pratica si è voluto evidenziare l’impegno di Snam per la decarbonizzazione e il miglioramento della biodiversità fornendo, come ha sottolineato il ceo Stefano Venier «un set completo di iniziative, metriche e Key performance indicator – Kpi (indicatore chiave di prestazione) per supportare una transizione credibile verso il Net Zero 2050. Nel complesso percorso verso il Net Zero, questo è il momento giusto per agire attraverso una roadmap di sostenibilità a tutto tondo con un percorso solido e attendibile verso le emissioni Net Zero e un impatto positivo sulla natura. Una quota crescente di finanza sostenibile ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione». 

Il ceo di Snam Stefano Venier

Si è inoltre precisato che il Transition Plan è un documento industriale e non finanziario. Il percorso si baserà su due pilastri: la riduzione delle emissioni e la minimizzazione dell’impatto sulla biodiversità. Come parte della sua strategia climatica, inoltre, Snam è fermamente impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 (per le emissioni scope 1 e 2) e il Net Zero per tutte le emissioni, incluso lo scope 3, entro il 2050.

Il percorso per diminuire le emissioni di Co2

Le emissioni di CO2, è stato sottolineato nel corso degli interventi, sono già diminuite del 10% rispetto al 2022, mentre per il 2024 si prevede una riduzione di circa il 20%; coerentemente con questo percorso, con l’impegno a raggiungere il -25% entro il 2027, il -40% entro il 2030 e il -50% entro il 2032. Anche la riduzione delle emissioni di metano rappresenta una priorità chiave: Snam ha già registrato una riduzione del -57,5% nel 2023 rispetto al 2015 e sta già lavorando sui prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032.

Obiettivo un impatto positivo entro il 2027

Per quanto riguarda la biodiversità, l’impegno è quello di raggiungere la Zero Net Conversion entro quest’anno e a generare un impatto positivo entro il 2027. Cioè il completo ripristino della vegetazione e del paesaggio ex ante attraverso policy definite sulla gestione del territorio, dell’acqua e dei rifiuti.

La decarbonizzazione del sistema energetico, inoltre, fa leva sulle sviluppo delle attività di transizione: biometano, idrogeno, cattura e stoccaggio del carbonio ed efficienza energetica. Tutti questi sforzi prevedono un programma di investimenti di 26 miliardi di euro per il periodo 2023-2032.
La prima parte dal 2023 al 2027, con 11,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici), è focalizzata sul mantenimento dell’affidabilità e della resilienza degli asset a livello mondiale, combinata con la contemporanea riduzione della loro impronta di carbonio.

Nel lungo periodo (2028-2032), le opportunità di investimento complessive saranno pari a 14,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici) per supportare l’evoluzione del sistema energetico, incluso il repurposing delle infrastrutture esistenti verso un sistema multi-molecola.
In particolare,  si sono citati lo scale-up della dorsale H2 e il progetto Ravenna Ccs, insieme all’accelerazione dello sviluppo delle stazioni di compressione a doppio combustibile, che porteranno a un aumento significativo del capex allineato alla tassonomia Ue dal 37% (2023-2027) al 52% (2028-2032).

In apertura l’immagine del murale dello streetartist TvBoy legato al progetto “decARTbonization” ​​promosso da Bioenerys, società del gruppo Snam. Un’opera che non solo abbellirà l’impianto di produzione di biometano della città umbra ma contribuirà, nel suo piccolo, a promuovere un positivo impatto sociale e ambientale, specialmente nella lotta all’inquinamento atmosferico attraverso la cattura della CO2. L’idea che sta dietro a decARTbonization vuol riflettere l’impegno del gruppo verso la sostenibilità ambientale e l’innovazione sociale, applicata trasversalmente in molteplici contesti e diffusa a più livelli – da ufficio stampa

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