Volontariato

Slow Food: nasce una fondazione

Si è concluso ieri a Riva del Garda il congresso dell'associazione "ecogastronomica" che creerà a Firenze un'istituzione per diffondere nel mondo una cultura del mangiar sano

di Giampaolo Cerri

?Una Fondazione Slow Food per la realizzazione dei Presìdi internazionali; l?Università di Scienze Gastronomiche per diffondere il patrimonio di saperi che ci viene dalla giuria internazionale del Premio Slow Food; la rivista Slow, per comunicare in quattro lingue con 80.000 soci nel mondo: questi sono i nostri biglietti da visita?. Così Carlo Petrini nella sua relazione conclusiva della tre-giorni di dibattito che ha visto impegnata fino a ieri la base di Slow Food, riunita in Congresso a Riva del Garda. Dibattito a cui ha contribuito il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che ha annunciato la partnership dell?istituzione da lui rappresentata nella costituzione della Fondazione per i Presìdi internazionali, che avrà sede a Firenze. E? questo il senso della collaborazione con il mondo politico: ?Il nostro Movimento deve dialogare in modo franco e sereno su obiettivi pragmatici, senza preclusioni ideologiche. L?intesa politica per noi si manifesta attraverso gli atti concreti, le iniziative che riusciamo a portare avanti sui territori. Vogliamo essere culturalmente onesti, creare alleanze funzionali alla miriade di piccoli progetti che fanno parte di una grande strategia.? Per il presidente di Slow Food la parola d?ordine è ?piccolo è meraviglioso?. Partire dalle piccole realtà, piccole produzioni di qualità, piccole mense nelle scuole e negli ospedali: questa è la via obbligata per mantenere la nostra identità attraverso il cibo. Una visione che è applicabile anche a livello internazionale ? e il Direttore generale della FAO, Jacques Diouf, lo ha recentemente indicato ? per combattere lo spettro della fame e della perdita della biodiversità. Solo tornando a produrre attraverso piccole comunità locali e valorizzando le differenze si potrà proporre una concreta alternativa allo strapotere della produzione massiva. Nella giornata precendente, il vicepresidente Piero Sardo, aveva illustrato nella sua relazione il progetto ambizioso di esportare all?estero l?esperienza dei Presìdi, collaudati con successo in Italia, vere e proprie task force in soccorso di tutte le piccole produzioni locali a rischio di scomparsa. Parla delle difficoltà e delle contraddizioni che questa scelta comporta: ?Si tratta – afferma- di essere pronti ad affrontare categorie mentali, saperi locali e culture per noi sconosciute e diverse: un compito difficile, dispendioso e anche rischioso. Dobbiamo proporre un modello diverso di aiuto, non quello di tipo commerciale del circuito equo-solidale, e nemmeno quello della sovvenzione che risolve l?emergenza: dobbiamo utilizzare il nostro patrimonio di conoscenza, che ci viene dalla rete mondiale di catalogazione e ricerca dei prodotti dell?Arca, ma anche la nostra esperienza del mondo della produzione, la capacità di analizzare organoletticamente la qualità e di ricostruirne la filiera e la storia.? I Presìdi, insieme al Premio Slow Food, sono la risposta pragmatica contro l?ingiustizia del commercio internazionale e la degenerazione dell?agricoltura in mano alle multinazionali. Il diritto al piacere e alla convivialità resta comunque il principio fondatore della filosofia di Slow Food. Il Movimento però ha l?ambizione di saper rispondere alle crescenti richieste di conoscenza e approfondimento attraverso un?unica strategia che coniughi la cultura umanistica e il sapere scientifico. E? stato questo il tema dell?intervento di Giacomo Mojoli, portavoce Slow Food: ?Non ci limiteremo più ad un approccio sensorialistico nei confronti del cibo. Dobbiamo saper guardare, valutando un vino per esempio, a quello che c?è nel bicchiere ma anche a quello che c?è fuori: l?ambiente, l?ecosistema, il territorio. I progetti di educazione alimentare (non più del gusto, diventato ormai termine abusato e privo di significato) costituiranno per il Movimento un laboratorio di elaborazione delle esperienze. I Master of Food dovranno saper formare insegnanti che vadano a trasmettere alla gente la filosofia di Slow Food come in una sorta di mission laica. La futura Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cn) e di Colorno (Pr), coniugando per la prima volta l?approccio culturale umanistico con quello scientifico, realizzerà finalmente la sinergia tanto auspicata e mai raggiunta, tra due mondi: quello dei piccoli produttori, depositari di saperi pragmatici di grande spessore, e quello accademico.?


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