Politica

Slot, il Governo Letta (e il Pd) si abbassanno i pantaloni

di Riccardo Bonacina

A fine agosto ne avevo scritto su questo blog dicendo: “Questo no! Questo non è possibile! Sto parlando del decreto sull’Imu presentato ieri sera da Letta, Alfano e Saccomanni. E  Mi riferisco al fatto che tra le voci a copertura dell’abolizione della prima rata Imu ci siano 600 milioni per una sanatoria prevista ai concessionari delle slot machine. È un’indecenza”, commentavo  (per leggere quel blog con dettagli della sanatoria ecco il link). Ma siccome al peggio non c’è mai fine, ieri la notizia di un ulteriore sconto di 100 milioni ai signori delle slot. Cosa volete che vi dica oggi? Per evitare parolacce e improperi ai nostri governanti vediamo di spiegare l’ennesimo orrore.

Allora. La proposta di sanatoria chiedeva di chiudere un contenzioso risalente al 2007 (contestati 98 miliardi di evasine) con una cifra del 25% di quanto la Corte dei Conti chiedeva ai concessionari slot, 2,5 miliardi di multa. Ieri come riporta Agipronews, un emendamento del Governo, presentato in Aula alla Camera, sul Decreto Imu chiede di abbassare ulteriormente la percentuale al 20%.. Coloro che pagano subito il 20% del danno quantificato nella sentenza di primo grado potranno così chiudere subito il proprio contenzioso davanti alla Corte dei Conti. Se i dieci concessionari decidessero di aderire, prosegue Agipronews, questa sarebbe la ripartizione con le multe rimodulate al 20%: Bplus 179 milioni, Cirsa Italia 24 milioni, Sisal Slot 49 milioni, Gtech 20 milioni, Gmatica 30 milioni, Codere 23 milioni, HBG 40 milioni, Gamenet 47 milioni, Cogetech 51 milioni e Snai 42 milioni. Per un totale, invece di 600 milioni di soli 500.

Una vera vergogna e la prova del nove della nullità della politica incapace di tenere a bada gli appetiti dell’industria più rampante d’Italia, quella dell’azzardo (guardate questa slide del rapporto Unioncamere Emilia Romagna).

Una politica che non riesce a stabilizzare una misura primaria e necessaria come il 5 per mille alle realtà non profit (questione, guarda un po’ di 100 milioni), si inchina a imprese che come Gtech nel 2012 hanno realizzato super profitti, Gtech, ha avuto ricavi (netti di imposte indirette come il Preu) pari a 3 mld di euro, ebitda al 34% pari a 1 mld di euro e utile operativo pari al 17% (!) .

Una politica degna di questo nome avrebbe proposto una sanatoria corrispondente al 75-80% della multa e se le concessionarie non avessero aderito, si sarebbe automaticamente previsto di innalzare il PREU (questo avremmo voluto vedere scritto nell’emendamento di un Governo serio), un sostituto di imposta (tassa unica sul gioco), tasse che non si vedono nei bilanci delle concessionarie perché è tassazione alla fonte ( New slot: 12,7 % Poker e simili online: 20% Giochi di abilità online 3%). Essendo tassa sostitutiva: il Preu assorbe ogni altra imposizione indiretta, quindi non pagano neppure l’IVA!

Invece, il Governo Letta ha abbassato ancora un po’ i propri pantaloni. E con lui anche il Parlamento che ha dato l’ok all’emendamento. Da segnalare, nel capitolo “Vergogna”, il fatto che su 297 deputati del Pd solo 8 hanno votato no all’emendamento disobbedendo all’indicazione del Gruppo Parlamentare (Epifani che scchifo, però!). Ecco i loro nomi in rigoroso ordine alfabetico: Lorenzo Basso, Bobba Luigi, Bragantini Paola, Cani Emanuele, Coppola Paola, Donati Marco, Senaldi Angelo, Tullio Mario.  Qualcuno, poi ha deciso di uscire dall’Aula per non prendere parte al voto, non sentendosi di andare contro l’indicazione del Gruppo Parlamentare ma neppure di dire sì all’emendamento della vergogna.

 

 

 

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