Il clamore di questi giorni, per la protesta dei malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica) mi ha fatto pensare alla conversazione, avuta di recente, con una paziente ricoverata con me in una clinica riabilitativa. “Ho conosciuto un’altra signora, che, come te, ha la SLAM” mi ha detto con enfasi, confondendo, come spesso succede, sclerosi multipla e sclerosi amiotrofica. Presa dall’entusiasmo, la donna aveva anche aggiunto una “m” a sla. La disinformazione e la mancanza di sensibilità , verso i problemi di chi ci sta accanto, porta spesso a ridurre i malati e le loro situazioni, a delle sigle, prive di connotazioni umane. Non c’è da meravigliarsi, che la classe politica e “tecnica”, che ci siamo rirovati in questo disatroso ventennio, stia rispondendo alle istanze sociali a suon di porte sbattute in faccia e prese in giro, in altre parole: con dei sonori “slam”!
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