Non profit
Sky, una bufera all’italiana
Guerra politica sull'Iva raddoppiata a Sky, con molti retroscena interessanti.
Accuse pesanti, retroscena, imbarazzo a sinistra e a destra, la vicenda dell’Iva raddoppiata per Sky sta diventando una classica bufera all’italiana, raccontata con dovizia di particolari dai giornali di oggi. Anche perché Berlusconi ha attaccato frontalmente i direttori di Corriere e Stampa. Sky, di tutto, di più.
- E inoltre la rassegna stampa oggi si occupa di:
- Crisi e misure economiche
- Disabili e Convenzione Onu
- Servizio civile
- Aborto
- Eutanasia
- Mendicanti
- La rotta delle badanti romene
- L’eredità di Obama
“Sky, il governo va avanti – Berlusconi attacca i direttori di Corriere e Stampa”, il titolo di apertura del Corriere della Sera è corredato da un corsivo di poche rive senza firma e quindi riconducibile alla direzione. Il titolo è “Il mestiere di un giornale”: «I lettori…sanno che noi abbiamo espresso il nostro giudizio critico su questa vicenda, ma sempre con lo scrupolo di riportare compiutamente tutte le posizioni emerse in questo dibattito. Il “mestiere” del nostro quotidiano è stato quello di informare dando spazio alle tesi contrapposte, ma segnalando ogni volta, in modo trasparente, qual è la posizione del giornale su questo argomento. Possiamo solo aggiungere che questo “mestiere” il giornale continuerà ad esercitarlo, come ha sempre fatto nel corso di questi anni, anche se qualche volta ci è capitato e ci capiterà di dare un dispiacere al presidente del consiglio in carica». La vicenda è nota: il governo nel decreto anti-crisi ha alzato dal 10 al 20% l’Iva sugli abbonamenti alle pay-tv, suscitando le proteste di Sky e opposizione: la norma porterà nelle casse dello Stato 210 milioni di euro.
Francesco Verderami firma un interessante Retroscena: «Berlusconi è subito caduto nei sondaggi: tre punti secchi in meno, in 24 ore. Lui solo, però. Non il governo. Ed è la prima volta che un simile fenomeno accade. Tanto che l’altra sera il premier si è lamentato ad alta voce per telefono con Tremonti: «Pago solo io in termini di consenso. Capisci? Solo io. Ho perso cinque punti».
Repubblica sceglie il titolone unico: “Berlusconi contro Sky e giornali”. Commenti e cronaca. Cominciamo dai primi. Massimo Giannini, vicedirettore, firma “L’editto albanese”. Il tono è forte: «Il cavaliere ci ha regalato un altro esempio del suo personalissimo modo di essere uno “statista liberale”. Non bastano più la militarizzazione della politica e la colpevolizzazione dell’avversario, la delegittimazione delle istituzioni e la denigrazione del dissenso. Ora siamo all’attacco pubblico contro le singole testale giornalistiche, i loro titoli le loro vignette». Chiude Giannini dicendo che si tratta di una «visione tecnicamente “totalitaria” della democrazia». La cronaca alle pagine 2 e 3: Berlusconi tira dritto e accusa la stampa, Tremonti tenta di attribuire l’aumento al governo Prodi (che avrebbe preso tale impegno di fronte a una possibile infrazione contestata dalla Ue), ma viene smentito dal Pd. Insomma una tempesta in un bicchier d’acqua (con la pay -tv che intende continuare la sua campagna e continua a ritenere inspiegabile l’aumento, i direttori dei giornali che giustamente difendono la loro professionalità). Secondo Carmelo Lopapa che si occupa del retroscena (“Il Cavaliere e lo spauracchio della D’Amico «Giulio, evitiamo un’altra predica di quella là»”), lo scontro è sempre fra Tremonti e il premier. Il primo non apre i cordoni della borsa e il secondo si arrabbia. Del resto Tremonti ha smesso da tempo di essere creativo: «I conti non possono essere rivisti, a meno che non diciamo che ripristiniamo l’agevolazione a Sky per tagliare da qualche altra parte, magari sulla social card: è impraticabile». Sky finanzia buona parte dell’operazione social card, definita da Famiglia cristiana «esempio di cesarismo populista che trasforma i diritti in elemosine».
Passiamo così a pagina 9 dove si dà conto del balletto delle decisioni: “Retromarcia sulle tariffe elettriche”, titola Alberto D’Argenio mettendo a confronto le posizioni del 28 novembre di Tremonti («le tariffe non potranno salire anzi nel decreto introduciamo strumenti che le faranno scendere») e quelle del 2 dicembre («In materia di autostrade energia elettrica e gas non si applicherà il blocco delle tariffe»), ha precisato annunciando una possibile fiducia sul decreto. In appoggio un dossier: “Bonus limitati, sconti a tempo vantaggi solo a 3 famiglie su 10”. Si parte dalla denuncia del Caf Acli (penalizzate le famiglie con più figli) per fare i conti: chi ha un figlio e poco più di 17mila euro di reddito non avrà niente. Come se a 18mila ci fosse la ricchezza… Ma alle imprese non va meglio: la riduzione dell’acconto Irap e Ires dura un mese!
Rispetto al Corriere più scarno l’editoriale della Stampa sul caso Sky: «Sulla vicenda che ha visto e vede contrapposti Sky e Silvio Berlusconi, capo del governo italiano e maggior azionista di Mediaset, la Stampa ha informato con scrupolo e rigore i lettori. Com’è sua abitudine e abitudine di tutti i suoi giornalisti, a partire dal direttore. I titoli e gli articoli sono lì a dimostrarlo».
Il Sole 24 Ore dedica la pagina 2 al caso del giorno. Il titolo è tra virgolette: «Sky, sull’Iva al 20% c’è un obbligo europeo». Nell’articolo si spiega che Tremonti ha dovuto adeguarsi a una procedura comunitaria che chiedeva di equiparare le aliquote Iva sule tv. Spiega Tremonti: «Ho scelto il 20%. Mi è sembrata la cosa giusta perché il gettito supplementare servirà a finanziare i bonus delle fasce più deboli. Il Sole ricostruisce la vicenda, dimostrando che la prima lettera da Bruxelles sulla materia era arrivata al governo Prodi il 18 ottobre del 2007. Il 29 gennaio la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia mandano comunicazione a Bruxelles annunciando l’impegno ad «allineare» le aliquote per i medesimi servizi. Ad aprile, alla vigilia del voto, era arrivato un altro monito di Bruxelles. Il 3 dicembre era la data ultima, dopo la quale Bruxelles avrebbe fatto partire la procedura di infrazione. Conclude il Sole: «Con il decreto 185 l’Italia si è messa in regola».
Un corsivo invece stigmatizza gli attacchi del premier a Corriere e Stampa. Si ribadisce che sul merito dell’innalzamento Iva Berlusconi ha ragione (lo aveva scritto Franco De Benedetti sul Sole), ma che l’attacco rivela un «nervosismo fuori luogo… Quelle parole sono inadatte, inappropriate, fuori misura».
“Berlusconi sfida il Pd: «Via il privilegio di Sky»” (pag. 8) titola Avvenire. A Bruxelles attacca Tremonti, a Tirana Berlusconi: «Non avevamo altra scelta…», spiega il minsitro dell’Economia: «Proprio in questi giorni scadeva il termine per adeguarsi, pena l’apertura di un provvedimento contro l’Italia. In pratica si trattava di decidere se portare tutti al 20% o tutti al 10, col rischio in quest’ultimo caso, di dover anche rimborsare la maggior Iva pagata». Quei chiarimenti rimbalzano a Tirana e Berlusconi sferra il suo attacco: «Era giusto fare questa vergognosa campagna contro Berlusconi e il conflitto di interessi? Vedete, è la dimostrazione che questa sinistra non ha alcun ritegno e non tiene vergogna: lo dico a tutti gli italiani: questa è la sinistra con cui abbiamo a che fare, una sinistra che si deve vergognare di quello che ha fatto in questi ultimi due giorni». E, puntando l’indice contro i direttori di Stampa e Corriere: «Io Sky la capisco, ha avuto un privilegio… Ma non capisco i giornali che invece di chiedersi come mai c’era un rapporto privilegiato nei confronti di Sky attaccano me. È una vergogna! Direttori e politici dovrebbero avere rispetto per se stessi e cambiare tutti mestiere; sì, andarsene a casa». La reazione di Bersani: «È sempre colpa degli altri, ormai siamo abituati. La singolarità è che ci sia un presidente del Consiglio che presiede il Consiglio dei ministri e può tassare le sue imprese e quelle concorrenti. È inaccettabile». E Anna Finocchiaro: «Capiamo il nervosismo del Premier per il suo conflitto di interessi. Ma oggi, con gli attacchi ai direttori credo abbia veramente passato il segno». A Mieli e Anselmi solidarietà anche da Piero Fassino contro un «attacco inaudito».
Sky è in copertina anche de il Giornale e il titolo riprende una frase di Berlusconi «Sky? Abbiamo tolto un privilegio, non si torna indietro» che prosegue nell’occhiello: «Montata una campagna mediatica. Pd e direttori dei giornali si vergognino, vadano a casa». Nel pezzo si spiega che la decisione di alzare al 20% l’Iva per gli abbonamenti Sky deriva dall’ingiunzione europea che prescrive l’uniformità delle aliquote Iva per tutte le Pay- tv. Paolo Granzotto rivela che l’Iva al 20% la voleva anche Prodi che intendeva appunto seguire l’avvertenza della Ue, Tremonti ha preso la decisione per evitare una procedura d’infrazione.
In prima, nella parte bassa del manifesto, c’è un richiamo generale dedicato alla manovra cui sono poi dedicate tre pagine, foto di Tremonti e titolo “Tremonti di tira dritto: più Iva per Sky, tariffe a ruota libera. Il ministro dell’economia detta l’agenda a tutti: aumenterà la tassa sulla Tv di Murdoch, non ci sarà alcun blocco per i prezzi di luce e gas”. “L’ira di Berlusconi: Su sky vado avanti” è il titolo dell’articolo a pagina 5 di Micaela Bongi «Che se ne vadano tutti a casa. I politici – quelli del Pd, ovviamente – e i direttori dei giornali La Stampa e il Corriere della Sera, che “invece di chiedersi come mai c’era un rapporto privilegiato nei confronti di Sky attaccano me. Che vergogna”. Caricato a molla per tutta la giornata, a sera Silvio Berlusconi esplode: “Dovrebbero cambiare tutti mestiere”». L’articolo prosegue sui sondaggi che vedono penalizzato il premier, sugli spot di Sky e sul Tremonti irremovibile che ricorda il carteggio tra il governo Prodi e la Commissione Ue sulla procedura di infrazione in caso di mancato allineamento delle aliquote per le tv a pagamento, escluso il servizio pubblico. «Il Pd dopo l’affondo del Cavaliere accusato dalla destra in coro di difendere “i ricchi”, aggiusta comunque il tiro. Il problema non è l’Iva, “ma Berlusconi e le sue aziende”, il conflitto di interessi, insomma, ribatte Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori democratici. E l’opposizione difende i direttori di Corriere della Sera e della Stampa dagli attacchi a testa bassa del Cavaliere. Che, in tempo di riflettori puntati anche sulla Rai e sulle nomine, sembra mandare un messaggio poco incoraggiante anche a loro. Paolo Mieli, infatti, sarebbe il vero candidato alla presidenza di viale Mazzini, e Giulio Anselmi è in pista per prendere il suo posto alla direzione del Corriere.
Italia Oggi titola in prima “Prigionieri dei Murdoch. Berlusconi perde le staffe. Veltroni si allinea grazie a un favore al Pd”, dedicando alla vicenda Sky l’editoriale di Franco Bechis: la mossa di Veltroni nello schierare senza mezzi termini il Pd al fianco del magnate anglo-australiano sta sollevando i primi mal di pancia. Centra un vecchio articolo comparso su Europa, uno dei due giornali del Pd, che a giugno rivelò i retroscena di un incontro fra Veltroni e James Murdoch per ottenere un favore e fare un dispetto a Massimo D’Alema. La vicenda è questa: quando il figlio di Rupert Murdoch venne per la prima volta in Italia in qualità di presidente di Sky non incontrò solo il presidente Berlusconi ma anche Veltroni, il quale chiese – così fu scritto sull’ex quotidiano della Margherita – un trattamento di favore per la nascente Youdem tv affinché non venisse confinata alla fine del bouquet, ma tra i nuovi canali venisse collocata bene, in particolare davanti al concorrente di casa, poi chiamata Red Tv, che fa riferimento all’antagonista D’Alema. Quali siano stati esattamente i termini dell’accordo non si sa con esattezza, sta di fatto che Youdem corrisponde all’813 di Sky tv e Red tv all’890. Forse sia i dalemiani che i veltroniani devono qualcosa a Murdoch…
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Crisi e misure economiche
Il Sole 24 Ore – Risparmio energetico, il Sole fa i conti alla stretta del governo. Solo un contribuente su nove tra quelli che hanno effettuato lavori in casa, avrà l’intera detrazione. Tra 2007 e 2008 erano maturate detrazioni per 1,8 miliardi di euro.
Repubblica – Ancora crisi: a pagina 11 Barbara Ardù riferisce di una iniziativa interessante: “Mutui, stop alle rate 2009 per chi non ce la fa a pagare”. La decisione è di Unicredit e Mps. Il titolo è da premio per la responsabilità sociale ma se si guardano le condizioni per ottenere il blocco del mutuo, qualche perplessità viene. Potrà usufruirne chi ha perso il lavoro (dipendenti, atipici, a tempo), chi è in casssa integrazione ordinaria o straordinaria, chi sta divorziando; chi è rimasto vedovo/a. Ma solo se al momento della sottoscrizione avevano un reddito non superiore a 25mila euro lordi. Unicredit si impegna a sospendere le azioni legali per chi non paga da tempo. Mps dal canto suo prevede la possibilità ad esempio di pagare solo gli interessi.
La Stampa – Allarme della Cisl: «Sono a rischio 900mila posti». Sacconi ribatte: «È solo l’ipotesi peggiore». Ma 180mila sono già in cassa integrazione. In difficoltà in particolare i distretti industriali di lana e seta. Piemonte, Campania, Basilicata e Sardegna le regioni più colpite.
Avvenire – “Le cifre della solidarietà. Caritas, in Italia nuovi criteri per le risorse ai territori” (pag. 12). Il presidente della Caritas Italiana, il vescovo Lodi Giuseppe Merisi, ha varato nei giorni scorsi nuove linee per finanziare con una quota dei fondi dell’otto per mille i progetti di solidarietà provenienti dai territori. Bisogni e povertà locali, fra i criteri prioritari nella distribuzione delle risorse. Inoltre, si darà forte impulso al servizio civile, nonostante la diminuzione dei posti messi a disposizione dai bandi governativi (già quest’anno 32mila volontari contro i 50mila del 2007). Per quanto riguarda le emergenze internazionali, nuovi appelli per sostenere ila popolazione della Georgia e del Congo.
Disabili e Convenzione Onu
Repubblica – Vaticano. Dopo la polemica sui gay, altra querelle. “Onu, sui disabili un altro no del Vaticano”, titola Alberto Mattone a pagina 4. «Non è stato inserito un divieto esplicito nei confronti dell’aborto» spiega la Chiesa. Il riferimento è all’articolo 23 (riconosce il dirittto dei disabili alla «pianificazione familiare e alla educazione riproduttiva») e il 25 (garantisce l’accesso ai servizi sanitari, «inclusi a quelli nell’area della salute sessuale»).
Corriere della Sera – Luigi Accattoli spiega il no del Vaticano alla ratifica della convenzione Onu sui disabili motivata dal vescovo Migliore con il rifiuto dell’espressione «salute riproduttiva» in quanto può negare la vita. «Per comprendere le ragioni di tale scelta», scrive Accattoli, «occorre tener presente la natura particolare della Santa Sede, che non ha un territorio statuale nel quale dare applicazione legislativa a una convenzione delle Nazioni unite e svolge invece una funzione di guida dottrinale per l’intera comunità cattolica mondiale: non firmando una convenzione non provoca un danno concreto nella sua applicazione…mentre fa salva la sua immagine magistrale».
Il manifesto – L’apertura è dedicata al no del Vaticano sulla convenzione Onu sui diritti dei disabili. “Barriera architettonica” è il titolo sfondato su una grande foto di San Pietro con in primo piano una catenella. A pagina 8 l’articolo di Eleonora Martini è intitolato “Dopo i gay, i disabili. Il Vaticano non firma la convenzione Onu”. «A prima vista sembrerebbe un bis: dopo gli omosessuali, ora tocca ai disabili. Questa volta però lo scontro tra Vaticano e Onu non è fondato sulla volontà di discriminazione, ma pur sempre, allo stesso modo, trasuda bisogno di controllo sui corpi e ossessione per il sesso. (…)» nell’articolo si riprendono poi alcuni passaggi della convenzione e conclude «Infine, si dovrà tutelare “il diritto alla vita dei neonati disabili” e garantire che non vengano mai sottratti ai loro genitori. Ma per il Pontificio evidentemente sono norme di poco conto se paragonate alla crociata anti abortista».
Corriere della Sera – Il focus è dedicato al lavoro negato a 768mila disabili. Ovvero quelli iscritti al collocamento. Solo un’azienda su quattro si preoccupa dell’integrazione. E ancora: sono almeno 3 milioni gli italiani con disabilità gravi. Nel 2007 ne sono stati avviati a un’occupazione 31mila.
Avvenire – «Invalidi e soprattutto soli: il 78% si regge sulla famiglia” (pag 13). Focus sulla giornata mondiale delle persone con disabilità: è stato presentato ieri ieri mattina a Roma il Libro bianco sull’invalidità civile in Italia, risultato di una ricerca di tre anni su 6 regioni del Centro e del Nord. La scelta geografica non è stata voluta ma condizionata: «Non è stato possibile coinvolgere Asl dell’area meridionale e insulare del Paese», fa sapere la curatrice della ricerca Matilde Leonardi. Dalla ricerca emerge un’Italia a macchia a leopardo con forti differenze fra le varie Asl sul territorio. La Roccella conferma l’istituzione a breve di un Osservatorio sulla disabilità per monitorare l’accessibilità dei servizi e la spesa sociale. Per quanto riguarda invece l’inclusione sociale, a Nashville parte oggi un convegno internazionale con la presenza di numerosi esperti: l’Italia sarà rappresentata da Claudio Imprudente, presidente de Centro documentazione handicap di Bologna, e da Federica Bartoletti, docente dell’Università di Bologna. Buone notizie da Alberto Migliore, ricercatore italiano dell’Università del Massachusetts di Boston che si occupa proprio di inclusione sociale: «Nei Paesi industrializzati c’è la tendenza a promuovere politiche che permettano a tutte le persone di realizzarsi al massimo del loro potenziale nel campo dell’educazione, del lavoro e di una vita indipendente».
Servizio civile
Il Sole 24 Ore – Dal 2009 il Fondo nazionale del servizio civile non sarà più tenuto a versare i contributi pensionistici a chi svolge i servizi. I diretti interessati potranno riscattare l’anno a spese proprie. «Significa che ogni anno il Fondo ha dovuto versare il 25,4% dei contributi sui rimborsi percepiti dai volontari, immobilizzando risorse per 10-15 milioni di euro, a fonte di un rendimento di poche decine di euro per ogni beneficiario».
Aborto
Avvenire – «Obiezione di coscienza. Bush va oltre l‘aborto» (ag. 15). L’ultimo colpo di coda dell’amministrazione Bush prima di cedere il passo alla nuova era Obama è estendere il diritto all’obiezione di coscienza anche a operatori sanitari (per intenderci, non solo il medico che pratica l’aborto, ma anche l’ausiliario che pulisce la stanza e disinfetta i ferri del mestiere). Il dipartimento della sanità ha specificato che il provvedimento riguarderà ogni istituto che riceve fondi statali. Se il regolamento sarà promulgato entro il 20 dicembre, entrerà in vigore prima dell’insediamento della nuova amministrazione. Per annullarlo Obama dovrà presentare una nuova proposta e sottoporla a iter di valutazione che richiede mesi. Lo scontro sull’obiezione d coscienza è comunque destinato a portare alla ribalta il tema dell’aborto. E i democratici sono pronti a dare battaglia.
Eutanasia
Avvenire – “Francia, no all’eutanasia” (pag. 18). Ieri la commissione presieduta dal deputato neogollista Jean Leonetti ha consegnato il proprio rapporto di valutazione della legge «sulla fine della vita». E il verdetto difende gli assi principali del testo. Tra i punti chiave del documento, l’illegittimità di qualsiasi comitato di esperti, fosse anche il più autorevole e competente, nel decidere se accettare o meno le richieste “estreme” di alcuni pazienti. Senza possibilità di eccezione.
Mendicanti
Il Giornale – Andrea Acquarone raccoglie dati tra Caritas e Oil per il pezzo che titola “La fabbrica degli storpi. Arti spezzati in Romania per mendicare a Milano”. secondo l’Oil gli schiavi sarebbero 27 milioni nel mondo. Commento di Cristiano Gatti che dice: «Dimenticati anche dai terzomondisti “doc”» che «si occupano di piccinerie politiche e infatti si sente il vuoto lasciato da una vera sinistra sociale per la quale, per tradizione e per bagaglio culturale, il riscatto degli ultimi è il suo cavallo di battaglia».
La rotta delle badanti romene
Il Giornale – Cronaca della rotta infernale delle badanti scritta dall’inviata a Chisinau Maria Sorbi: “Moldavia-Italia in 3 settimane per fare la badante”. «Pagano 4mila euro per tragitto, passaporto e visto. Il viaggio lo fanno a piedi per i boschi, su treni merci, e in automobile. Arrivate in Italia ricevono il foglio di via entro 15gg da parte delle autorità di frontiera, ma queste donne non tornano indietro e cercano una sistemazione». Il pezzo continua: «La banda degli incappucciati è il “team” di delinquenti che coordina il traffico. Valeriu Beril , politico moldavo, vuole rendere legali i viaggi e vuole incontrare il ministro degli esteri Frattini perchè si faccia portavoce in Ue per attuare la mobilità Schengen anche per i cittadini moldavi».
L’eredità di Obama
Il manifesto – In prima pagina Marco d’Eramo firma il commento “Due eredità per Obama” «Adesso è ufficiale: più di 600.000 iracheni e 5.000 soldati alleati sono morti per sbaglio, per un deprecabile refuso nelle informazioni fornite al presidente George W. Bush dai servizi segreti Usa. Così almeno ha raccontato lo stesso Bush (…) Un errore che ha disintegrato milioni di famiglie, ha spazzato via persino l’illusione dell’innocenza da milioni di infanzie: ma per Bush il vero rimpianto è che qualcuno ha fatto male i compiti a casa, forse era distratto. (…) La prima lezione è che nessun impero può reggersi solo sulla superiorità militare, per quanto schiacciante. Lo sapevano già i romani e lo sapevano i britannici (…) La seconda lezione è che nessun impero, per quanto potente, può tutto. La lezione è che ogni impero, anche quello americano, ha i suoi limiti che deve accettare ed entro cui deve imparare a muoversi. Lo si vede dalle fallite “esportazioni di democrazia”. Queste due lezioni sono il legato più importante per il successore Barack Obama, che giurerà tra 49 giorni e che lunedì ha annunciato la sua squadra di politica estera (…)»
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.