Salute
Sister to Sister: aperti i lavori a Cape Town
La conferenza internazionale su HIV/AIDS inaugurata ieri allo Scalabrini Centre of Cape Town
Cape Town (Sud Africa) Sono arrivate da 32 paesi africani per parlare della loro esperienza ed arricchirsi di quella di coloro che combattono la stessa lotta in paesi diversi. Parlano lingue diverse ma sanno di essere dalla stessa parte. Lo stesso nome che si sono scelte (sister to sister) vuole evidenziare una sorta di alleanza che va oltre i confini linguistici e culturali.
E’ particolare questo evento che sta svolgendosi in Sud Africa: non è la grande assise di “esperti” sul tema; non è quello “dei grandi alberghi a cinque stelle” come ha sottolineato Gertrude Fester, responsabile della Commissione per le Pari Opportunità della Città di Cape Town… sono 200 donne che nella loro quotidianità lavorano “sul campo” per combattere l’AIDS.
A queste vanno aggiunte donne francesi, portoghesi ed italiane che, accettando l’invito a partecipare ai lavori, con alcune di esse anche nella organizzazione, sembrano voler allargare ulteriormente l’abbraccio virtuale del network sister to sister.
“La epidemia di AIDS – ha affermato la rev. Tembo Kalenga, coordinatrice del network – ha inasprito molti dei problemi che attanagliano l’Africa compresi quelli relativi alle guerre, alla povertà, all’ineguaglianza socioeconomica e di genere, il tutto di fronte alla carenza di strutture sociosanitarie e di governance. Siamo costretti a riconoscere che i diritti delle donne, dei bambini e dei giovani sono particolarmente a rischio!”
E su questo tema si è soffermata anche Gertrude Fester: “A Maputo pochi mesi fa, i nostri governanti, coloro che rappresentano me e voi hanno affermato che anche noi donne, anche i bambini hanno dei diritti. Hanno firmato un documento che ora voglio consegnare a voi affinchè anche voi ricordiate loro gli impegni presi. Non vogliamo dei diritti di carta; li vogliamo nella vita di tutti i giorni!”
La Fester, nel ringraziare l’Italia per il suo supporto alla conferenza (che ha il patrocinio dell’ambasciata e della Regione Lombardia) ha però sottolineato come l’impegno concreto debba venire dall’interno facendo degli africani i soggetti del loro sviluppo.
La cerimonia di apertura della conferenza, svolgendosi in terra africana, non poteva limitarsi ai discorsi ufficiali. Terminati questi e tagliato il nastro tradizionale, la serata è stata allietata da canti e balli davanti ai quali è ben difficile tirarsi da parte e non partecipare. ed è anche molto semplice, vista la massiccia presenza di bambini. Sono infatti molte le delegate giunte a Cape Town con i loro figlioli i quali non si fanno certo fermare da barriere linguistiche e in pochi minuti formano un gruppo unico, festante e gioioso.
Sebbene il tema non sia proprio uno dei più semplici, questo secondo Jamboree è caratterizzato anche dalla gioia dello stare insieme.
Oggi tutti si trasferiranno a Ceres dove la locale municipalità ha messo a disposizione una struttura per i lavori e per l’alloggio delle delegate.
Info:
Sister 2 Sister
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