Salute

Sister 2 Sister: il ruolo delle chiese nella lotta all’HIV

Incontro con Greg Andrews pastore della Chiesa Metodista dell'Africa Meridionale

di Giuseppe Lanzi

CERES (Sud Africa) Si avvia alla conclusione la conferenza internazionale Sister 2 Sister che ha radunato in Sud Africa oltre duecento donne provenienti da 32 paesi africani.

L’evento è stato organizzato da due ONG sudafricane; una, la Scalabrini Development Agency, dei Missionari Scalabriniani, l’altra SHADE appartenente alla Chiesa Metodista.

Il direttore di SHADE, ideatore della conferenza Sister 2 Sister è il giovane pastore Greg Andrews, 32 anni, che incontriamo a Ceres dove procedono i lavori.

Vita: Greg, perchè un pastore impegnato in prima linea nella lotta contro l’HIV/AIDS?

Greg Le chiese rappresentano una risorsa di persone e contatti e energia che sono utilizzabili in qualunque battaglia. Per mobilittare queste risorse, è necessario la leadership delle chiese. Per questo motivo il pastore deve essere in prima linea. A volte queste risorse sembrano essere un “gigante addormentato”… chi si trova in prima linea cerca di svegliarlo. Ecco perchè sono qui.

Vita Perchè avete deciso di svolgere la vostra azione, se non esclusivamente, prevalentemente verso le donne?

Greg 67% delle persone infette da HIV in Africa sono donne! Esiste una sorta di “empia trinità” in Africa che è rappresentata dal patriarcato, guerra e povertà; a causa di questo le donne sperimentano queste tragedie in modo sconosciuto agli uomini. Nella nostra esperienza abbiamo scoperto che se rivolgi la tua azione verso un uomo, la tua azione ha impatto sulla sua vita e magari sulla sua famiglia ma se formi una donna, hai un impatto sull’intero villaggio. Ciò non significa che la nostra azione non è rivolta anche verso gli uomini; deliberatamente cerchiamo degli uomini la cui attidudine verso le donne sia già stata “liberata” da pregiudizi o supposte superiorità.

Vita Interessante anche questa sorta di alleanza con una organizzazione cattolica…

Greg Non sono preoccupato dalla provenienza delle persone o del loro credo. La cosa più importante è se vogliano o meno unire le loro mani alle mie e lavorare insieme. Credo che la grazia di Dio sia per tutti a dispetto di quello che esse credono. Alcuni dei miei colleghi mi definiscono il “cattolico nascosto” … E’ importante che quando stiamo svolgendo una azione sociale, i cristiani debbano prima riappacificarsi tra loro dopo potranno cercare di costruire una pace nel mondo.

Vita Quale è il ruolo delle chiese nella guerra all’HIV/AIDS?

Greg La gente guarda alle chiese aspettandosi aiuto nelle decisioni etiche. Le guardano anche per ricevere compassioni nelle loro crisi. Il ruolo delle chiese è chiaro: incontrare questi bisogni anche se è complicato come le chiese rispondono a questi bisogni. Credo che le chiese abbiano bisogno di imparare il principio del “servo sofferente” descritto da Isaia. Le chiese hanno bisogno di imparare a mettere da parte le politiche di potere le differenze teologiche ed divenire più simili a Cristo.

Vita Pensi che questo sia possibile?

Greg Con la Grazia di Dio qualunque cosa è possibile!

Vita Cosa ti aspetti da questo Jamboree?

Greg Il Jamboree è due cose: una conferenza internazionale orientata alla formazione e una celebrazione delle risorse che ciascun delegato porta per arricchirsi vicendevolmente. Il Jamboree è un incontro annuale del Network Sister 2 Sister che è nato per supportare il lavoro dei partecipanti. Il network, d’altro canto, ha già prodotto diverse sorprese: ispirandosi a vicenda, sono nate cose meravigliose come quelle descritte da Maria che in Namibia è riuscita a parlare addirittura in Parlamento ed ha ottenuto l’avvio di un programma medico e formativo nelle aree rurali. Il mio sogno è che il network diventi il luogo dove persone diverse possano trovare le energie per rispondere ai bisogni delle loro comunità.

Vita Il Jamboree è un appuntamento annuale; cosa dobbiamo aspettarci per l’anno prossimo?

Greg Il programma per i prossimi tre anni prevede l’espansione del network fino a comprendere tutti i paesi africani collegando attivisti locali con le risorse che possano aiutarli a raggiungere i loro obbiettivi. Per fare questo è necessario trovare nuove risorse e nuove forme di collaborazione. Inatteso ma benvenute sia la collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Sud Africa, sia quella – anche molto concreta – con la Regione Lombardia. Vedere un simile impegno da parte di istituzioni straniere ha paradossalmente contribuito a una sorta di riconoscimento da parte delle nostre autorità locali. Per affrontare la guerra contro l’AIDS – perchè di guerra vera e propria si tratta – è fondamentale unire le forze.

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