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Sisma e neve, la tempesta perfetta. E ora arriva anche la pioggia

L’intervista a Carmine Lizza, geologo e responsabile Protezione Civile Anpas, che spiega «siamo di fronte al combinato disposto di eventi che combinati hanno creato una situazione estrema. Le Pubbliche Assistenze stanno triplicando gli sforzi per aiutare la popolazione. Ma solo la prevenzione avrebbe potuto alleggerire il computo dei danni»

di Lorenzo Maria Alvaro

Tra il 18 e il 19 gennaio l’Italia centrale è stata colpita nuovamente da un intenso sciame sismico che ha visto molte scosse sopra la magnitudo 5. Il terremoto si è abbattuto, oltre che su zone già colpite nei mesi scorsi anche su zone finora preservate dai movimenti tellurici.

Un evento che è arrivato mentre il carico di neve, che è caduta copiosa sugli Appenini era allo zenit. Fatto che ha provocato anche slavine, valanghe oltre che complicare ulteriormente le comunciazioni e la viabilità. E ora si attende la pioggia.

Per fare un bilancio della situaizone e capire come potrà evolvere abbiamo intervistato Carmine Lizza, geologo e responsabile Protezione Civile Anpas.


Qual è lo stato del vostro impegno sul territorio?
Attualmente siamo ancora presenti, da agosto, con un campo per servizio mensa a Norcia e avevamo chiuso l’altro punto di accoglienza a Tolentino sabato scorso. In più nei primi giorni di gennaio avevamo chiuso in diversi comuni alcuni punti che avevamo per il sostegno alla popolazione, nella provincia di Macerata. Ieri mattina abbiamo inviato a Norcia a supporto del nostro campo base dei mezzi spala neve di grosse dimensione, dei Bobcat e delle motoslitte perché la situazione neve diventava importante.

Da questo punto di vista come pensate si evolverà la situazione?
L'evoluzione meteo, vedrà presto attenuarsi il vortice sul Tirreno e, pertanto, anche le nevicate sulle regioni adriatiche e zone terremotate concederanno l'attesa tregua. Da sabato dovrebbero, con l’alzarsi delle temperature, incominciare delle piogge, anche importanti.

Un fatto positivo…
In realtà solo in parte. Se è vero che è una buona notizia perché significa che smette di nevicare si tratta di un’evoluzione che va a complicare ulteriormente la situazione. Con l’acqua la neve accelera il suo scioglimento aumentando il carico d’acqua sul territorio.

Che cosa significa?
Si può pensare all’insorgere di alluvioni e frane. Non solo nelle zone del sisma.

È un quadro da tempesta perfetta…
È un quadro molto serio. Voglio chiarire che si tratta di previsioni meteo e che quindi hanno un margine di incertezza elevato. Ma non si possono sottovalutare.

Come ci si prepara ad un quadro cime questo?
Su questo possiamo fare molto poco. Per prepararsi a queste evenienze l’unica via è la prevenzione durante l’anno. È chiaro che queste sono situazione molto particolari. Ma una buona gestione del territorio va a limitare gli effetti anche di situazioni limite come queste.

A tutto questo si aggiunge il sisma?
Le scosse hanno complicato ulteriormente. Quelle di ieri sono avvenute in una zone che dal 24 agosto ad oggi non aveva vissuto grossi eventi sismici. È una zona che va sta a cavallo tra il terremoto dell’Aquila del 2009 e quello di agosto di Amatrice.

Cosa significa?
Significa che ci sono diverse strutture sismogenetiche e la sismicità dell’appenino, come si capisce chiaramente dai dati storici, vive un trasferimento di energia da una struttura all’altra. Si chiama interazione statica tra strutture sismogenetiche contigue.

In termini più divulgativi?
Un terremoto di un certo territorio innesca il movimento tellurico del territorio limitrofo. Il problema è che anche se noi sappiamo che questo avviene non possiamo prevedere i tempi con cui questa attivazione si manifesterà.

Cosa ha significato il manifestarsi di terremoto e neve contemporaneamente?
I gravi danni delle scosse si sono generati anche in ragione del carico di neve che appesantiva le strutture. A questo si è aggiunto il problema di slavine e valanghe dovute all’instabilità della neve. Insomma è una situazione molto particolare e molto difficile. E ci sono una serie di situazioni a contorno del problema sismico che molto raro accadano. Questa volta si stanno verificando.

Quali sono le criticità principali su cui state lavorando?
La mancanza di corrente elettrica, i problemi di riscaldamento e il rispristino della viabilità su cui collaboriamo con la macchina della protezione civile con i nostri mezzi. Poi naturalmente interveniamo su specifiche richieste della popolazione. È una situazione complicatissima anche per la macchina dei soccorsi e fare un quadro preciso è molto difficile. Quello che posso assicurare è che stiamo triplicando i nostri sforzi.

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