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Sisma 2012, in Emilia-Romagna riaperte 118 chiese

Finanziati interventi per 252 milioni di euro. Il 25 marzo riapre la Cattedrale di Carpi con il Segretario di Stato Vaticano

di Mara Cinquepalmi

«Rimanete fedeli alla vostra vocazione di gente fraterna e solidale, e affronterete ogni cosa con pazienza e determinazione». Con queste parole il 26 giugno 2012 l’allora papa Benedetto XVI salutava i fedeli di Rovereto di Novi, paese del modenese colpito dal sisma e dove il parroco Ivan Martini ha perso la vita nel crollo della Chiesa di Santa Caterina di Alessandria.

A quasi cinque anni dal sisma che il 20 e 29 maggio 2012 ha colpito 54 comuni, fra le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, pazienza e determinazione hanno contribuito alla riapertura di 118 chiese. L’ultimo edificio di culto, in ordine di tempo, ad essere riaperto, è stato il Duomo di San Pietro Apostolo a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, lo scorso 2 ottobre, mentre la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Carpi, a meno di venti chilometri da Modena, sarà inaugurata il prossimo 25 marzo alla presenza del Segretario di Stato Vaticano.

Il punto sulla ricostruzione dei beni ecclesiastici danneggiati dal sisma è stato fatto venerdì 24 febbraio, a Bologna, tra il presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, l’assessora regionale alla ricostruzione post-sisma Palma Costi e il presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna e Arcivescovo Metropolita di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, insieme ai rappresentanti delle diocesi coinvolte.

Già nei mesi successivi alle scosse la Regione Emilia-Romagna, di concerto con le diocesi, è intervenuta su 54 chiese con una spesa di oltre 15 milioni di euro per evitare ulteriori crolli e garantire lo svolgimento delle funzioni. Altre 64 chiese sono state poi inserite nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, per il quale sono disponibili 252 milioni di euro, di cui 209 milioni del Commissario e 43 milioni di cofinanziamenti.

«Sin da subito – ha spiegato l’assessora regionale Palma Costi – è stato fatto un lavoro di squadra e da parte delle diocesi è stato fatto uno sforzo importante perché hanno lavorato e stanno lavorando all’interno di regole che sono quelle del pubblico dotandosi di una struttura tecnica».

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Sempre nell’immediato post sisma, per assicurare la continuità di culto sono stati realizzati anche 15 edifici provvisori, per una spesa di quasi 6,3 milioni di euro compartecipata al 50% dal Commissario delegato alla ricostruzione e dalle diocesi. Alle chiese si aggiungono altri 60 edifici delle diocesi per 37 milioni di euro. In tutto sono stati 294 gli edifici religiosi danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, ad oggi coperti da finanziamenti.

«Questo – ha aggiunto monsignor Matteo Maria Zuppi – è un grande risultato perché le chiese ritrovano la bellezza, quella per cui sono state pensate, volute e costruite. C’è stato da parte di tutti lo sforzo per ridurre il tempo della ricostruzione a quello fisiologico, ma ci sono tempi che non sono comprimibili. Ragionevolmente occorrono ancora tre anni per concludere tutta la ricostruzione».

La legge di stabilità 2016 ha assegnato alla ricostruzione in Emilia ulteriori risorse pari a 127 milioni di euro, per il ripristino di beni pubblici o ad uso pubblico: di questi, il Commissario ha destinato 42 milioni di euro per gli edifici religiosi. Sempre nel 2016, con il Piano del Mibact, il cosiddetto Piano Franceschini – Legge 208/2015 sono stati stanziati oltre 39,4 milioni di euro per interventi a 13 chiese.

«Le chiese – ha commentato il Commissario delegato alla ricostruzione Stefano Bonaccini – fanno comunità al pari delle piazze, delle scuole e dei municipi. Per questo per noi nella ricostruzione degli edifici di culto le cattedrali e le chiese dei piccoli comuni hanno la stessa importanza. Le nostre comunità stanno rialzando la testa, la ricostruzione delle scuole è stata completata e oltre il 70% delle persone è nelle abitazioni. Nelle prossime settimane saranno smontati gli ultimi moduli 27 abitativi provvisori, che ospitano meno di 100 persone».

Inoltre, per gli edifici di culto con crolli maggiori del 50% – si tratta di 18 interventi che richiedono risorse per 14 milioni di euro – è stato istituito un tavolo tecnico permanente tra struttura Commissariale, diocesi, Mibact ed enti locali. In collaborazione con il Ministero e i proprietari degli immobili è in corso di definizione, infatti, un protocollo d’intesa in base al quale per 4 immobili, di cui 3 edifici di culto, il Commissario attraverso la propria struttura tecnica individuerà con concorsi di progettazione tra i professionisti le soluzioni tecniche più idonee per la ricostruzione di questi edifici.

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