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Siria, un milione di profughi a rischio dopo niet russo all’Onu

Mosca nei giorni scorsi si è opposta al rinnovo, per un anno, del passaggio di aiuti dalla Turchia all'area di Idilib e del nord-ovest dove si trovano oltre quattro milioni di persone. Una su quattro a rischio fame secondo Syrian Response Coordinators. Il Consiglio di sicurezza Onu si è giù riunito lunedì. Ipotesi: una proroga di nove mesi. Nel 2021 circa 10mila camion di aiuti umanitari sono passati da Bab al-Hawa

di Asmae Dachan

Dopo il veto della Russia alla proposta di estensione dell’accordo 2585 sul meccanismo per la fornitura di aiuti umanitari alla Siria, lunedì scorso è stata convocata una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

La proposta prevedeva il rinnovo per un anno dell’intesa sul passaggio dal valico di Bab Al-Hawa, che collega la Turchia alla Siria, dei beni di prima necessità destinati alle popolazioni del nord-ovest. Nell’area vivono oltre quattro milioni di persone, in prevalenza sfollati ammassati in tendopoli e baracche, in una situazione di grande precarietà. Gli aiuti di tipo medico-sanitario, così come quelli alimentari, sono indispensabili per i civili, che si trovano in condizioni di povertà estrema. Il veto di Mosca, l’ennesimo, ha per questo suscitato grandi preoccupazioni.

In seguito al fallimento dell'estensione della risoluzione, la rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas Greenfield, ha commentato domenica tramite un tweet: "Abbiamo lavorato tutto il fine settimana con i membri del Consiglio di sicurezza per trovare un compromesso. Gli Stati Uniti sono impegnati a fornire assistenza ai Siriani a Idlib e continueremo a lottare per la continuazione del mandato transfrontaliero", ha aggiunto.

Dal canto suo il vice-ambasciatore russo, Dmitry Polyansky, ha detto ai giornalisti che la Russia non sosterrà la proroga di nove mesi proposta da Brasile ed Emirati Arabi Uniti. Mosca, che è alleata del regime siriano, ha ostacolato negli ultimi anni una serie di misure sostenute dall'Occidente. Il governo di Vladimir Putin considera il mandato una violazione della sovranità siriana e ritiene che la consegna degli aiuti al nord-ovest dovrebbe avvenire solo attraverso le vie consentite dal governo di Damasco.


“Oggi ho parlato con le ong umanitarie che lavorano per fornire aiuti transfrontalieri all'interno di Idlib”, ha affermato l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Thomas-Greenfield. “Mi hanno riferito dei milioni di siriani che non mangeranno se il meccanismo transfrontaliero Onu non verrà rinnovato. La decisione del Consiglio di Sicurezza sarà una scelta tra la vita e la morte”, la aggiunto Thomas-Greenfield. Il voto del Consiglio di sicurezza sul meccanismo per l’ingresso degli aiuti umanitari è stato a lungo una questione controversa, e quest’anno l’offensiva russa contro l’Ucraina ha profondamente inciso sulle trattative.

Nel 2021 circa diecimila camion carichi di aiuti umanitari sono passati da Bab al-Hawa diretti nella regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria, che è l'unico valico attraverso il quale gli aiuti possono essere portati a Idlib senza spostarsi nelle aree controllate dalle forze del regime. L'organizzazione Syrian Response Coordinators ha affermato che il blocco dell'ingresso degli aiuti delle Nazioni Unite potrebbe privare più di un milione di sfollati dell'accesso al pane. Nel 2014, il Consiglio aveva autorizzato la risoluzione 2585, che prevedeva la consegna di aiuti umanitari alle aree della Siria controllate dall'opposizione attraverso l'Iraq, la Giordania e da due punti in Turchia, ma Mosca e Pechino, che hanno potere di veto, lo hanno ridotto a un solo punto, ovvero il confine turco. Secondo le Nazioni Unite, circa 13,4 milioni di persone in tutta la Siria hanno avuto bisogno di assistenza nel 2021, rispetto agli 11,1 milioni nel 2020.

Nel corso della riunione di lunedì la situazione si è parzialmente sbloccata e sono stati apportati alcuni emendamenti alla bozza di risoluzione congiunta irlandese-norvegese per prolungare di un anno il mandato delle Nazioni Unite. Per superare l'impasse, i dieci membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno proposto una proroga di nove mesi, ma Mosca ha insistito sul suo rifiuto. Dopo intense trattative si è arrivati all’approvazione di un’estensione dell’accordo per soli sei mesi. Il progetto di risoluzione irlandese-norvegese chiede anche che entro il 10 dicembre sia presentata una relazione speciale al Segretario generale delle Nazioni Unite sui bisogni umanitari e di presentare una relazione regolare ogni due mesi sul meccanismo transfrontaliero e sugli aiuti che entrano da Damasco.

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